Il presidente Giorgi: «Abbiamo molti nemici. Ma il nostro progetto va avanti»

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BRONI – Andrea Giorgi, presidente di “Terre d’Oltrepò”, si difende e va al contrattacco.

Chiarendo qual è la sua posizione in merito alle indagini che stanno interessando la cantina.

Presidente Giorgi, che idea si è fatto della vicenda che sta coinvolgendo la sua cantina?

«È facile denigrare il difficile lavoro che sta facendo “Terre”, un lavoro che è diventato fastidioso in questi ultimi anni e che continuerà ad esserlo per chi è legato ad un modo di fare Oltrepò che non condividiamo più. È chiaro che questo espone il sottoscritto ad avere molti nemici.

Il mio operato nel cambio di direzione nella gestione della Cantina e nel modo di vedere il mondo vitivinicolo ha creato molte invidie e scontentezze e sta creando una vera e propria scossa tellurica, che è andata ad infrangere un sistema fatto di clientelismi e servilismi».

Come si difende dalle accuse che le hanno rivolto?

«Per quanto riguarda il lotto di Metodo Classico oggetto dell’inchiesta, noi disponiamo di almeno due analisi di istituti famosi a livello nazionale per quanto riguarda la rilevazione di quella sostanza. In entrambi i casi abbiamo valori ampiamente inferiori rispetto al limite previsto dalla legge. Per questo ci sentiamo tranquilli in questa contestazione. L’ipotesi più probabile è quella della contaminazione di un prodotto lavorato conto terzi che potrebbe essere residuato in un macchinario, e quindi in qualche bottiglia, perché la cantina esegue numerose lavorazioni per conto di terzi. In tutti i casi, comunque, noi lavoriamo vino dell’Oltrepò pavese».

Come vi muoverete in futuro sul piano dei controlli?

«Attueremo protocolli ancora più approfonditi di quanto già non lo siano. In questo anno potenzieremo il sistema di controlli e di tracciabilità dei nostri prodotti a partire dal vigneto. Il progetto di sviluppo di “Terre” va avanti e con la massima serenità affrontiamo tutto quello che ci viene incontro».

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