Il Cursillo chiamato alla gioia dell’annuncio

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Mons. Guido Marini venerdì scorso ha incontrato i membri del movimento diocesano

TORTONA – Venerdì 12 gennaio, nel salone del Seminario, il vescovo, Mons. Guido Marini, ha incontrato il Cursillo diocesano per un momento di “scuola” volto ad approfondire, alla luce della Parola, il carisma del movimento, che ha nel suo DNA il lavorare in diocesi in relazione filiale con il Pastore, come ha ricordato la coordinatrice diocesana Cristina Spinolo nel suo saluto di benvenuto.

Per il movimento è stato un appuntamento importante, che ha segnato la ripresa delle attività, partendo dalla formazione, per essere più consapevoli che la gioia di aver incontrato Cristo va portata a chi si incontra, rimanendo alla scuola del Vangelo.

Mons. Marini ha ripercorso la storia del Cursillo diocesano, nato per volere del vescovo emerito Mons. Martino Canessa, supportato poi da Mons. Vittorio Viola, sottolineando che si tratta di una bella realtà diocesana, che anche lui stima e alla quale vuole bene. Ha, poi, proposto il brano del vangelo di Giovanni che racconta della samaritana al pozzo, per aiutare ciascuno a trovare il cuore della propria vita di fede e la gioia di trasmetterla.

Il vescovo ha fissato un percorso di otto punti, per un ascolto sempre nuovo e attuale della Parola, che è “voce viva”. Il pozzo come luogo di incontro fa pensare agli incontri che hanno arricchito la nostra vita di amore e a quelli mancati: tutti provvidenza per il cammino di ciascuno. Anche il Cursillo deve essere un pozzo di incontri, che sa fare tesoro di tutti, anche di quelli che sono falliti. Si comprende che tutto è provvidenziale e che nulla è lasciato al caso dal quel “doveva passare di là” riferito a Gesù che entra in Samaria: è un dono di grazia, di cambiamento di vita, perché proprio Gesù, seduto vicino al pozzo, è la sorgente di acqua viva che disseta. La scelta della samaritana che si reca al pozzo a mezzogiorno per non incontrare nessuno è un monito per ciascuno a non vivere seguendo un doppio binario per adeguarci alle situazioni: un invito a vivere la fede per cambiare nel profondo la vita.

Il vescovo ha poi messo in relazione la richiesta di Gesù – “Dammi da bere” – con l’esclamazione “Ho sete” del Golgota: questa è una richiesta di amore che Gesù rivolge all’uomo. È il Signore che si fa piccolo per scendere vicino a noi in un’offerta sempre nuova di salvezza. L’incontro con il Signore può far “paura”, perché mette a nudo la nostra vita, ma il dialogo con Lui è la fonte della conversione.

Mons. Marini ha accostato lo svelamento di Gesù come Messia al settimo giorno, il compimento del tempo. Importante è vivere la fede come incontro di amore, non come un ideale, una morale, un codice, perché è “amore atteso, paragonabile a un amore sponsale”. Un dettaglio importante messo in evidenza è la brocca, prima al centro del pensiero della donna, poi abbandonata per correre via: è il segno dell’urgenza di annunciare la fede trovata, l’amore che non può essere tenuto nascosto, un invito ai cursillisti a trasmettere il dono ricevuto.

Nell’ultimo punto, l’ottavo è stato richiamato il numero pasquale ovvero l’ottavo giorno: il vivere da risorti.

Al termine Cristina Spinolo e il coordinatore nazionale Carlo Debenedetti, hanno ringraziato il vescovo e ribadito l’impegno del movimento a vivere con gioia l’amore ricevuto dal Signore, pronto a portarlo negli ambienti in cui i cursillisti sono chiamati a testimoniare.

L’incontro iniziato con la preghiera e terminato con la benedizione è stato un momento di “famiglia”, concluso con una parola di saluto personale a ciascuno da parte del vescovo Guido.

Stefania Montolivo

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