San Luigi Orione autentico testimone della carità

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Martedì 16 maggio al santuario della Guardia di Tortona la festa del santo con il vescovo

TORTONA – “Grati al Signore per il dono di san Luigi Orione”, il vescovo e la famiglia orionina si sono ritrovati martedì 16 maggio nella Basilica Santuario della Madonna della Guardia per celebrare la festa liturgica del santo, proprio nel luogo che è il “cuore” della sua congregazione.

A concelebrare, con Mons. Guido Marini, vi erano il rettore e parroco don Renzo Vanoi, il vicario episcopale per la vita consacrata don Maurizio Ceriani, numerosi confratelli orionini e diocesani.

Erano presenti anche la Comunità dei novizi dei frati Cappuccini di Tortona, i rappresentanti del Movimento Laicale Orionino e le Piccole Suore Missionarie della Carità. Nell’omelia, rivolgendosi ai numerosi fedeli, il vescovo ha esortato a porsi la domanda di san Bernardo, che spesso don Orione rivolgeva ai suoi: “Perché siamo venuti qui oggi?” Per confermare il desiderio «di mettere sempre di più al centro della vita il Signore, ispirandosi alla testimonianza del santo di Pontecurone» è stata la risposta. Don Orione, come recita una sintesi della sua vita, “confidando nella Divina Provvidenza, spese tutta la sua vita nelle opere di carità per la gioventù da educare, per i poveri da servire, per le anime da salvare, con l’unico fine di “unire al Papa e alla Chiesa per instaurare tutto in Cristo”.

Partendo da queste parole che racchiudono l’esperienza terrena del santo, Mons. Marini si è sofferma- to su tre aspetti essenziali che so-no, ancora oggi, modello da imitare e strada da seguire per mettere davvero al centro della vita il Signore. Il primo è il confidare nella Divina Provvidenza perché «solo avendo piena fiducia in Dio si possono fare grandi cose».

Poi lo spendersi totalmente nella carità agli altri che è stata la cifra di tutta l’esistenza di don Orione, tanto da trasformarne anche lo sguardo e la personalità.

Lui ha fatto esperienza della carità di Dio che ha trasmesso al mondo in modo “eroico e affascinante”.

La carità verso tutti per unire tutti alla Chiesa e al Papa: il santo “sapeva che Gesù lo poteva incontrare nella Chiesa, nell’Eucaristia e nei sacramenti” e amava il Papa e i vescovi “perché segno della presenza di Gesù”. Tutta la sua esistenza è stata proiettata nella frase paolina che poi è diventata anche il motto della sua congregazione: “instaurare tutto in Cristo”. San Luigi Orione «amava davvero Gesù ed era convinto che ogni realtà umana deve essere compresa e toccata da Cristo. Solo dove c’è Gesù, infatti, c’è la pienezza dell’umano». Prima della solenne benedizione, ha preso la parola don Vanoi per ringraziare il vescovo, i confratelli orionini, i sacerdoti e tutte le numerose autorità civili e militari intervenute, tra cui il Prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra, la vicaria del Questore di Alessandria, Maria Bruna Olivieri, il presidente della Provincia di Alessandria, Enrico Bussalino, il sindaco di Tortona, Federico Chiodi e alcuni sindaci.

Un ringraziamento particolare lo ha rivolto, poi, a un ospite speciale, presente in questi giorni a Tortona, il primo cittadino di Zduńska Wola, la città della Polonia dove nacque san Massimiliano Kolbe e dove don Orione, cento anni fa, nel 1923, iniziò la presenza della Congregazione nell’Est Europa.

Anche Mons. Marini si è unito ai sentimenti di gratitudine espressi da don Renzo e ha avuto un pensiero affettuoso anche per il Coro “San Luigi Orione”, diretto da Enrico Vercesi, per Angelo D’Acunto, animatore liturgico e per i ministranti. Prima di tornare in sacrestia, tutti i celebranti hanno sostato davanti all’urna contenente il corpo del santo per un’ultima affettuosa preghiera e per invocare la sua intercessione.

Daniela Catalano

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