«Totale estraneità ai fatti contestati»

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A “Terre d’Oltrepò” assemblea generale in presenza. Si è parlato dell’inchiesta giudiziaria

BRONI – Circa 150 soci hanno partecipato la scorsa settimana all’assemblea generale della Cantina “Terre d’Oltrepò”, convocata per la prima volta in presenza dopo oltre un anno e mezzo per discutere dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il colosso vitivinicolo con una serie di perquisizioni e sequestri di prodotto tra fine marzo e fine maggio.

All’inizio dell’incontro è stato l’avvocato difensore della cantina, Pietro Gabriele Roveda, a fare il punto della vicenda dal lato giudiziario, confermando che, dopo quelle sui campioni di Metodo Classico contestato da Eurospin, anche le analisi su due campioni sigillati di Pinot nero in rosso, prelevati durante la perquisizione di fine maggio, hanno escluso la presenza di sostanze vietate all’interno del vino.

«A breve chiederemo l’incidente probatorio per cercare di chiudere al più presto questa vicenda, anche perché a questo punto il sequestro preventivo si basa su un’ipotesi astratta di reato. – ha detto il legale di fronte ai soci – Stiamo cercando in tutti i modi di fare capire al giudice che le sostanze vietate non ci sono e che quindi il processo non si può fare».

Durante la riunione anche un gruppo di dipendenti della cantina ha chiesto di intervenire per «far sentire la nostra voce e metterci la faccia»: «Possiamo affermare in pie-na sicurezza la nostra totale estraneità ai fatti che vengono contestati. – ha detto l’agronomo Nicola Parisi a nome di tutto lo staff – Vogliamo esprimere la nostra fiducia nell’operato dei colleghi più coinvolti (sei indagati tra dirigenti e tecnici della Cantina, ndr), così come vogliamo gridare “basta!” a quanti stanno approfittando di questa situazione per attaccare la cooperativa, mettendo in discussione la nostra lealtà e professionalità nei confronti dell’azienda.

Noi pretendiamo assoluto rispetto della nostra dignità di lavoratori e ai soci assicuriamo impegno e lealtà nel nostro lavoro di trasformazione delle uve, frutto del lavoro di un anno intero».

Anche il presidente di “Terre”, Andrea Giorgi, si è detto «estremamente tranquillo per l’ottima riuscita della vicenda, che per me ormai si chiude qui, essendo solo una questione tra avvocati».

Giorgi, poi, ha illustrato alcuni piani per il futuro e ha iniziato a spiegare ai soci l’organizzazione della prossima vendemmia: «Sicuramente ci sarà una richiesta di mercato maggiore per il Sangue di Giuda e sta aumentando la richiesta di basi spumante, che era stata rallentata dalla pandemia e da quello che è successo in Cantina. – ha spiegato Giorgi – Per la vendemmia ci saranno ancora i conferimenti programmati, in modo da contenere i costi, cercando di sfruttare di più lo stabilimento di Santa Maria della Versa».

Oliviero Maggi

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