Robbiano presidente del Nuovo Circolo Ilva

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Eletto dall’assemblea dei soci riunita il 28 aprile a Novi

NOVI LIGURE – Venerdì 28 aprile si è svolta, presso la sede, l’assemblea dei soci del “Nuovo Circolo Ilva” per l’approvazione del bilancio consuntivo 2022 e l’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione che vede Lorenzo Robbiano presidente e Alessandro Reale vicepresidente; i consiglieri eletti sono Mauro Ballestrero, Ezio De Piaggi, Enrico Fabbri, Gabriele Gatto, Alberto Simonassi, Pietro Vignola e Andrea Vignoli. Dopo i ringraziamenti per la fiducia accordata, estesa anche a quanti sono stati critici, il neo presidente ha letto un documento poi allegato al verbale della riunione. Nel testo Robbiano ha ribadito che il nuovo direttivo agirà con lo spirito del buon padre di famiglia e nei limiti imposti dalla legge: “Il programma è molto ambizioso e cercheremo di portarlo avanti, gradualmente, con le risorse che saranno a disposizione e con quelle che cercheremo di recuperare attraverso i bandi che saranno promossi dalle diverse istituzioni”. Ha espresso la convinzione che il Circolo debba ancora crescere, mantenendo le caratteristiche che gli sono proprie. “Se è ancora vivo, – si legge – lo dobbiamo a chi, con tenacia, è riuscito a mantenere questa realtà, portandone la proprietà in capo alla Cooperativa. Il Circolo, lo diciamo con forza, deve rimanere tale: questo è un vincolo, un legame inscindibile!”. Robbiano è poi intervenuto sulla gestione che dovrà essere improntata alla massima trasparenza, con l’introduzione della norma per la quale non si potrà rimanere più di tre mandati consecutivi in consiglio di amministrazione.

Saranno mantenute le attività esistenti, sia sportive, sia ricreative e culturali e anche implementate.

Robbiano ha concluso il suo intervento ricordando che molte delle persone che operano nel Circolo sono dipendenti, o ex dipendenti o figli di ex dipendenti dell’Ilva, dove ha lavorato suo padre per decenni, ma anche cittadini con esperienze e professionalità diverse.

«Mio padre finito il lavoro, – ha raccontato il presidente – appena poteva frequentava il Circolo. Da bambino mi portava frequentemente a giocare in questi spazi. Se amo il teatro è perché mio padre non mi faceva mai perdere uno spettacolo; mi ha insegnato lo spirito del mutuo soccorso e della solidarietà e a stare dalla parte dei lavoratori, dei più deboli. Parafrasando un antico detto masai vi ricordo che: “Noi non abbiamo – ereditato il Circolo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato”».

Vittorio Daghino

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