Novi ha onorato la “sua” Lagrimosa

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Il vescovo ha presieduto la Messa e la processione

NOVI LIGURE – Il 5 agosto Novi Ligure ha vissuto la festa liturgica della Madonna Lagrimosa, nota come Madonna della Neve, ricorrenza particolarmente sentita dai novesi perché patrona della città. Come ogni anno la giornata è stata preceduta dalla novena celebrata da Don Alessandro Trespioli e sono state allestite bancarelle, stand gastronomici e si è tenuto lo spettacolo pirotecnico.

Nell’Insigne Collegiata sono state celebrate le Sante Messe mattutine e, nel pomeriggio, la celebrazione è stata presieduta dal vescovo Mons. Guido Marini, seguita poi dalla processione in cui l’effigie della Madonna Lagrimosa è stata condotta nelle vie del centro storico, con la partecipazione del Corpo musicale “R. Marenco” e delle diverse confraternite del territorio che hanno portato gli imponenti crocefissi.

In una chiesa gremita di fedeli, alla presenza delle autorità militari, civili e dei rappresentanti di numerose associazioni, Mons. Marini nell’omelia ha richiamato la suggestiva e toccante immagine della pagina di Vangelo: «Gesù è in croce morente e da quella croce vede la Madonna e l’Apostolo Giovanni e affida Maria a Giovanni e Giovanni a Maria». Il presule ha sottolineato che «in quel momento eravamo presenti tutti noi: in quel momento Gesù che dava la vita per la nostra salvezza pensava anche a noi donandoci la Madre, perché potesse essere per noi fedele compagna di strada lungo il cammino della vita». Questa immagine dice che il Signore ha cura di noi, della nostra vita, davvero gli stiamo a cuore, «perché in quel Gesù che pende dalla croce noi possiamo contemplare il volto di Dio che ha cura degli uomini, che ha cura della vita ci ciascuno di noi, un Dio che è dalla nostra parte, che ci ama davvero».

«Questa notizia – ha proseguito Mons. Marini – è la notizia più grande, più straordinaria e sconvolgente che è risuonata nella nostra storia, ma purtroppo accade che nel nostro cuore abiti una sorta di dubbio sul fatto che di noi Dio abbia realmente cura. Questa è la grande tentazione che ci fa porre l’interrogativo: è vero che il Signore ci ama, che si prende cura della nostra vita, che anche le pieghe della nostra quotidianità sono guardate con amore dal Signore? Questa festa ci è data per superare ogni dubbio in merito a questa verità, Dio che ci ama davvero, Dio attento a ogni passo del nostro cammino e questo cambia tutto!».

Mons. Marini ha offerto altri profondi spunti di riflessione e ha poi concluso proponendo un’ispirazione: «Se affondiamo con lo sguardo nel volto di Dio, se tocchiamo con mano l’amore che ci avvolge non è possibile che non testimoniamo tutto ciò attraverso la bellezza di una vita, la nostra, che sa prendersi cura di ogni vita umana, che sa farsi prossima alla vita di tutti, che sa portare la consolazione dell’amore di Dio, perché tutti possano fare l’esperienza dell’alleanza tra cielo e terra, perché l’esperienza di Dio innamorato dell’uomo possa essere esperienza per la vita di tutti. E per questo è bello che, dopo la celebrazione qui in chiesa, si esca in processione, perché l’esperienza che abbiamo vissuto non rimanga nostra, ma attraversi le vie della città, bussi a tutte le porte, entri in ogni casa, incontri ogni sguardo e tutti possano vedere, attraverso di noi, la vita della nostra comunità che cammina pregando nella gioia di Dio che ci ama. Andiamo, andiamo per testimoniare a tutti quello che abbiamo vissuto e sperimentato noi. Solo una città che riconosce un Dio che si prende cura dell’uomo, cresce, diventa più bella, fiorisce in tutta la sua ricchezza ».

Cristina Bertin

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