“Novi Elah Dufour” accoglie il vescovo

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La visita all’azienda dolciaria e la Messa celebrata con i dirigenti e i lavoratori

NOVI LIGURE – Mons. Guido Marini ha concluso le sue visite del tempo pasquale nelle più importanti aziende novesi, con la celebrazione della Messa alla “Novi Elah Dufour” giovedì 18 maggio. È stato accolto nella fabbrica dolciaria dall’amministratore delegato Guido Repetto e poi ha concelebrato con don Costantino Marostegan, responsabile della Pastorale del lavoro, il parroco don Angelo Vennarucci e il segretario vescovile don Paolo Padrini,

Hanno partecipato, oltre all’amministratore delegato Guido Repetto affiancato dal figlio, i dirigenti, i tecnici, gli impiegati e gli operai dello stabilimento della “Novi Elah Dufour”. Nel salutarli, il vescovo ha rivolto un pensiero e un saluto al cavaliere del lavoro Flavio Repetto, presidente e storico patron della “Novi Elah Dufour”, assente per impegni personali.

Nell’omelia Mons. Marini si è soffermato sul valore dei sentimenti di salvezza, gioia e tristezza. Parlando della salvezza, ha spiegato: «Siamo nel tempo pasquale, cioè nel periodo successivo alla grande celebrazione della Pasqua, nella quale abbiamo celebrato la nostra salvezza. La salvezza consiste nell’amore che Dio ha per noi e nell’amore che viene a toccare e riempire di sé la nostra vita e la nostra esistenza». Facendo riferimento al passaggio del Giro d’Italia a Tortona il 17 maggio, il giorno pri- ma della sua visita alla “Novi Elah Dufour”, il vescovo ha affermato: «Il ciclismo è uno sport che mi ha sempre attratto e affascinato, in particolare per un dettaglio, per coloro non sono dei grandi campioni, perché non vincono le grandi corse a tappe, perché non vincono le classiche, ma perché il loro compito è quello di sostenere la squadra e il loro capitano. Sono quei ciclisti che noi chiamiamo gregari.

La bellezza di queste figure è che la loro vita sportiva è tutta protesa a far sì che la squadra possa vincere, che il capitano possa vincere e uno di loro possa essere il campionissimo. Questa immagine tipicamente sportiva, ci aiuta a capire come il Signore ama noi.

Perché in fondo il Signore si fa gregario, viene per stare in mezzo a noi, abita la nostra vita, muore in croce per noi e risorge.

Perché noi possiamo essere i campionissimi della vita, cioè possiamo sperimentare la salvezza, possiamo capire cosa significa essere amati sino a questo punto.

Ecco allora salvezza in quanto esperienza dell’essere amati da Dio. La salvezza è anche l’esperienza dell’amore che noi possiamo vivere e dare agli altri».

Le sue parole che hanno umanamente e religiosamente toccato i dipendenti della “Novi Elah Dufour,” gran parte dei quali residenti a Novi Ligure, la città dei Campionissimi e anche terra di gregari che hanno dato tutto per aiutare il capitano. Grande la gioia anche di Guido Repetto, amministratore delegato di un’azienda sempre molto vicina al ciclismo, ai campionissimi e ai gregari. Proprio nel Giro d’Italia in corso, il marchio “Novi Elah Dufour” fa da cornice ai corridori sulle staccionate degli ultimi chilometri di ogni tappa.

Monsignor Marini ha fatto, dunque, capire che quella che è un’incisiva operazione di marketing aziendale, ha anche un profondo significato religioso.

Luciano Asborno

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