L’economia agricola non deve morire

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L’appello lanciato durante la tavola rotonda promossa dal settore e realizzata a Monleale

MONLEALE – Gli imprenditori agricoli dell’area del GAL Giarolo Leader si trovano di fronte a una sfida economica epocale, segnata dalle problematiche legate al clima, al post pandemia e alla peste suina africana, fino al caro energia.

Per questo motivo, nonostante gli incessanti sforzi di chi lavora con orgoglio e a testa bassa in una zona fatta di eccellenze agroalimentari e molto estesa, che comprende un territorio vasto su 55 Comuni e che si snoda tra le valli Curone, Grue, Ossona, Borbera, Spinti e Scrivia, si è arrivati a un punto in cui gli stessi attori di questa filiera chiedono azioni concrete al mondo della politica. «Inefficienze territoriali che vanno risolte e sburocratizzate – è stato rimarcato durante la tavola rotonda ospitata nei giorni scorsi nella sede della cooperativa Volpedo Frutta di Monleale e moderata da Alessandra Dellacà – serve una visione d’insieme, una programmazione capillare e incentivi affinché le nuove generazioni restino in queste vallate, a rischio spopolamento nel giro di pochissimi anni».

L’appuntamento è stato promosso dai rappresentanti della Giarolo Sviluppo Srl, dai Consorzi Tutela Vini Colli Tortonesi, Pesca di Volpedo, Carne all’Erba del Giarolo-Panà-Ebro, del Miele, del Formaggio Montebore, Irriguo Bassa Val Curone e dall’Unione Montana “Terre Alte” che, sotto l’ala del Gal Giarolo Leaser, hanno esposto le difficoltà di ogni singolo settore, inevitabilmente collegato a un processo produttivo globale che rischia di collassare. Presente anche Confagricoltura Tortona.

A raccogliere l’invito di questa importante fetta del mondo agricolo-imprenditoriale piemontese è stato Ugo Cavallera, coordinatore provinciale di Forza Italia, che conosce bene queste vallate e che si è fatto garante di un suo intervento a palazzo Lascaris a Torino col presidente Alberto Cirio, affinché possano essere ripresi e sbloccati determinati percorsi, indispensabili per non far morire l’economia di questo territorio, fonte di pregevoli produzioni ma altrettanto disagiato rispetto ad altre zone del Piemonte. Tra i punti particolarmente impellenti la vicenda legata alla progettazione di un invaso (opera definita a suo tempo “lungimirante”) che risale a 12 anni fa e che ha attraversato alterne vicen- de: «Se ci fosse stato – è stato specificato durante il dibattito – avrebbe tamponato i gravi problemi di siccità, che non finiranno la prossima estate». E poi, tra gli altri nodi, è emersa la ben nota mancanza di manodopera di stagionali, legata all’altrettanta spinosa tematica dei flussi migratori e ai lavoratori stranieri, ma anche la necessità di agevolare chi opera nella zootecnica, in balia di mille ostacoli e restrizioni.

Ora si riprende in mano il bandolo della matassa, nella speranza di scioglierlo quanto prima e nell’auspicio – da parte del Gal Giarolo Leader, uno dei primi fondati in Piemonte – che si trovi il modo di poterlo allargare la collaborazione ad altre realtà limitrofe.

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