La sanità in campo contro il Covid

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All’Unitre l’incontro per raccontare come ospedale e medici di famiglia hanno combattuto insieme

TORTONA – La minaccia del Coronavirus ha messo in evidenza l’importanza dei presidi sanitari per la prevenzione e la cura della malattia che si è imposta come rischio inedito per la vita di ognuno.

L’ospedale da un lato e la medicina di base dall’altro sono diventati punti di riferimento per tutti a cui chiedere aiuto, cure e rassicurazione. La popolazione non ha mai avvertito con tanta evidenza l’importanza del servizio sanitario nazionale, della sua efficienza e della sua capillare presenza sul territorio. Su queste tematiche l’Università della Terza Età (Unitre), in collaborazione con l’Associazione Medico Chirurgica Tortonese, ha organizzato venerdì scorso, nell’Auditorium del Centro “Mater Dei”, l’ultima conferenza prima della pausa natalizia.

Claudio Massolo, presidente della Società Medico Chirurgica, ha moderato i relatori che sono stati Mario Dealessi, primario della divisione di Medicina dell’Ospedale di Tortona e Silvio Roldi, noto e stimato medico di famiglia.

Nel titolo della conferenza – “L’ospedale con la medicina di famiglia nella lotta contro il Coronavirus ieri, oggi… e domani” – erano indicati i due soggetti strettamente alleati per sconfiggere il contagio che da due anni ha alterato le consuetudini di vita sociale.

Massolo, nell’introduzione, ha espresso le preoccupazioni e le attese dei medici di base per avere non solo un coordinamento efficace delle azioni anti Covid, ma anche un servizio rispondente alle altre complesse esigenze sanitarie del territorio. Ha indicato nel primario Dealessi un esempio di collaborazione tra medicina ospedaliera e territoriale.

Il primario di Medicina interna e del Pronto Soccorso, nominato nel marzo 2021, ha detto di essere venuto volentieri a Tortona per la fama di professionalità del nosocomio cittadino e per il clima sereno dei rapporti umani.

La drammatica esperienza del Covid ha insegnato molto a medici e a personale sanitario. Ora si può guardare con un certo ottimismo alla capacità ospedaliera locale di mantenere la propria operatività anche in caso di crescita dei contagi che, grazie alle vaccinazioni, sono lontani dal creare un’emergenza simile a quella del 2020.

Roldi ha portato la sua testimonianza delle difficoltà incontrate dai medici per curare i pazienti nella prima fase della pandemia quando non c’erano strumenti sufficienti per combatterla e ha parlato della perdita di tante vite umane che ha lasciato il rammarico di non aver potuto fare di più.

Le relazioni dei medici, presentate a un pubblico attento e partecipe, sono state la sintesi di come ospedale e medicina di base hanno affrontato l’emergenza Covid, sottolineando sia l’abnegazione degli operatori e i risultati ottenuti, sia i problemi ancora da risolvere.

Gianni Castagnello

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