La bici di Franchino ai “Campionissimi”

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Sarà esposta al Museo novese come omaggio a tanti immigrati

NOVI LIGURE – Il mese scorso era scomparso a soli 61 anni Francesco Magrini, lucano, originario di Melfi, molto noto ai novesi come “Franchino”.

Con la sua allegria contagiosa, lo si incontrava per strada, pedalando sulla sua inseparabile bicicletta tipo “bmx”, un modello a cui si era affezionato sino dagli anni Ottanta, e spesso salutava con uno scherzoso «Ciao bambola!».

Lui è stato uno dei più noti pizzaioli in città. Aveva lavorato in diversi ristoranti come la “Bella Napoli” o “Charlie Brown”, dove la sua presenza in cucina era stata garanzia di qualità, tanto da essere richiesto anche in vari locali fuori città, per la sua abilità nel preparare indimenticabili pizze.

Magrini era anche un grande amante degli animali e un sostenitore di “Arca Novese”, l’associazione che gestisce il canile cittadino, e della “Enpa”, l’ente per la protezione degli animali.

Alla brutta notizia ne è seguita nei giorni scorsi una bella.

Nell’ultima seduta della Giunta comunale novese è stata accolta la proposta, pervenuta da numerosi cittadini, di esporre la bicicletta di “Franchino”, negli spazi del Museo dei Campionissimi, probabilmente al piano terra del Museo, accanto alla celebre “bicicletta degli antichi mestieri” del Giule, in uno spazio appositamente dedicato alla città, denominato “Angolo dei novesi”.

«Il Museo dei Campionissimi è un luogo indispensabile per elaborare e diffondere la cultura, non solo sportiva, a salvaguardia della storia, dei valori e della memoria cittadine. – hanno dichiarato il sindaco Gian Paolo Cabella e l’assessore alla Cultura Andrea Sisti, manifestando apprezzamento per la proposta – Lo spazio del museo è destinato soprattutto a raccontare storie: quelle di grandi campioni, ma anche quelle di comuni cittadini, capaci di elevare un gesto, umano, sportivo o professionale, regalandoci insegnamenti o emozioni, nel segno della cittadinanza, dell’appartenenza e del bene comune che coinvolge tutti».

Con questa decisione l’Amministrazione comunale ha voluto esprimere riconoscenza alle numerose famiglie che, a partire dal secondo Dopoguerra, sono giunte in città da altre regioni italiane, in particolare dal Sud, un contributo fondamentale alla ricostruzione e alla crescita della comunità novese.

Vittorio Daghino

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