Il vescovo celebra la Messa in fabbrica

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Lunedì scorso a Novi il momento di preghiera con i vertici di Acciaierie d’Italia

NOVI LIGURE – Nella mattinata di lunedì 27 novembre il vescovo Mons. Guido Marini ha celebrato la S. Messa nella sede cittadina delle Acciaierie d’Italia. Al momento di preghiera hanno partecipato l’amministratore delegato Lucia Morselli, insieme a Orlando Rotondi, direttore dello stabilimento, ai dirigenti della fabbrica novese, a una rappresentanza della Polizia Locale, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Novi e al sindaco Rocchino Muliere. Ha concelebrato don Costantino Marostegan, parroco di Pozzolo Formigaro e responsabile della Pastorale del Lavoro diocesana. All’inizio Mons. Marini ha espresso la gioia di poter manifestare la sua vicinanza personale e spirituale a quanti lavorano nell’azienda in un momento delicato e difficile del suo cammino. Nell’omelia ha poi commentato le letture del giorno. In particolare, la prima lettura tratta dal libro del profeta Daniele, in cui lui e i suoi compagni si rifiutano di accogliere un comportamento contro la legge di Dio, perché vogliono rimanere fedeli e questa scelta rende i loro volti radiosi e belli. Allontanarsi dal Signore, infatti, toglie bellezza al cuore, al volto e alla vita, non così quando si rimane fedeli. Il vescovo ha narrato l’episodio di un sacerdote che, giunto in una nuova parrocchia, chiese a un pittore di raffigurare la Natività di Gesù. Anni dopo, lo stesso prete decise di inserire il personaggio di Erode nel quadro e domandò al medesimo pittore di farlo. Dopo il suo rifiuto si rivolse a un altro che acconsentì a patto che il parroco fornisse un modello per il volto di Erode che lui individuò in un personaggio noto come “Sgrinfio”, per la sua espressione particolare e per la sua cattiva condotta. Pagato per “prestare” la sua faccia, vedendone la riproduzione pittorica si mise a piangere. Quando il prete gli chiese motivo del pianto questi gli raccontò che anni prima, da piccolo, aveva fatto da modello per il Gesù Bambino del quadro in questione e ora il suo volto era diventato così brutto da diventare riferimento per dipingere il volto di Erode. La sua speranza, ormai, era solo quella di poter ottenere da Gesù il perdono per i suoi peccati. Con questo racconto, Mons. Marini ha voluto evidenziare come quella di accogliere o respingere il Signore è una scelta fortemente personale. «Allontanarsi dal Signore – ha detto – sfigura il volto della vita e del cuore. Ritornare al Signore significa ritrovare la vera bellezza perduta». «Dobbiamo accoglierlo e aprirgli le braccia – ha aggiunto – e mai allontanarlo perché ne va della luce e della bellezza della nostra vita, della pace del nostro cuore, della gioia della nostra esistenza». Al termine della Messa, il vescovo ha ringraziato don Marostegan e ha invocato la benedizione del Signore su tutti i presenti, in modo particolare su quanti hanno delle responsabilità all’interno dell’azienda, affinché possano essere illuminati nelle loro scelte e mettere sempre al centro di ogni decisione le persone, le loro famiglie e il lavoro. I dirigenti e le autorità, poi, si sono spostati all’esterno per rendere omaggio ai caduti sul lavoro, ricordati da una lapide posta sul muro esterno di un edificio, davanti alla quale è stata recitata una preghiera.

Daniela Catalano

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