Il vescovo alle Acciaierie d’Italia e alla Pernigotti di Novi Ligure

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Venerdì 5 e mercoledì 10 maggio la visita alle due industrie cittadine. L’incontro con i vertici aziendali e con i lavoratori

NOVI LIGURE – Nelle sue visite alle industrie insediate nel territorio della Diocesi di Tortona, il vescovo Mons. Guido Marini, venerdì scorso ha fatto tappa allo stabilimento Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Novi Ligure. È stato accolto nella sala riunioni dell’industria siderurgica da Laura Morselli, amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia (già ArcelorMittal) e dal direttore di stabilimento, Orlando Rotondi, affiancato dagli altri dirigenti della fabbrica.

Tutti loro, così come gran parte dei lavoratori presenti in fabbrica venerdì mattina e le autorità civili e militari invitate, hanno partecipato alla S. Messa celebrata da Monsignor Marini, alla presenza di don Costantino Marostegan, incaricato della Pastorale del lavoro diocesana e del parroco don Massimo Bianchi.

Nell’omelia ha sottolineato l’importanza di accogliere nella propria vita Gesù che «è l’amore infinito che non abbandona mai e che ama sempre l’uomo». Il Signore, infatti, rivolge a ciascuno la sua parola di speranza e di pace, annuncio del suo amore che abbraccia e perdona. Nella vita, come nel lavoro Gesù dice a ogni uomo di non essere turbato perché Lui è la via, la verità e la vita.

Al termine il vescovo, ha salutato personalmente tutti i presenti.

E ha avuto un lungo il colloquio con l’amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia, Laura Morselli, e con il direttore di stabilimento, Orlando Rotondi.

Pur trattandosi di colloqui riservati tra le parti, è emerso tra i lavoratori dello stabilimento Acciaierie d’Italia, che Monsignor Marini la convinzione che possa essersi soffermato sulle difficoltà del mercato dell’acciaio e abbia chiesto informazioni sull’evolversi della conseguente crisi che attanaglia l’azienda, difficoltà che da anni comportano il ricorso alla cassa integrazione guadagni, con conseguente riduzione dello stipendio dei lavoratori. Lo stabilimento siderurgico novese, attualmente è di proprietà e gestito da Acciaierie d’Italia S.p.A., azienda italiana, costituita da Am InvestCo Italy e Invitalia, che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell’acciaio.

Luciano Asborno

Pernigotti

NOVI LIGURE – Emozione e soddisfazione sono state evidenti durante la celebrazione della Santa Messa allo stabilimento Pernigotti di Novi Ligure presieduta mercoledì 10 maggio dal ve- scovo Monsignor Guido Marini.

Con lui, il suo segretario don Paolo Padrini, don Costantino Marostegan incaricato della Pastorale del lavoro diocesana e padre Giorgio della parrocchia novese di Sant’Antonio. Monsignor Marini è stato accolto dall’amministratore delegato di Pernigotti, Attilio Capuano, affiancato da Edoardo Di Mauro e da dirigenti, tecnici, impiegati e operai dell’azienda dolciaria, che hanno partecipato all’Eucaristia. Erano presenti anche il presidente della Provincia di Alessandria, Enrico Bussolino, e la presidente di Acos, Maura Laveroni. Per tutti il ritorno alla celebrazione della S. Messa all’interno dello storico stabilimento di viale della Rimembranza, ha assunto il significato di una “resurrezione” laica dell’azienda che aveva rischiato la chiusura dopo oltre 160 anni di attività, in seguito alla grande crisi deflagrata il 5 novembre 2018. Chiusa la parentesi della gestione Toksoz, adesso la Pernigotti è di proprietà di un fondo d’investimenti e ha una guida amministrativa motivata, entusiasta e desiderosa di riportare il nome di Novi Ligure a occupare il ruolo di leader mondiale della produzione del cioccolato. Tutte queste considerazioni si potevano cogliere negli sguardi dei lavoratori della Pernigotti, gli stessi che erano tristi e preoccupati, quasi afflitti, nei 90 giorni dell’assemblea permanente in fabbrica e nei tre, interminabili, anni di preoccupazioni per il posto di lavoro.

Nell’omelia, il vescovo partendo dal versetto del Salmo responsoriale – “Andremo con gioia alla casa del Signore” – ha sottolineato come sia importante andare verso di Lui e rimanere vicini a Lui.

Citando il brano del vangelo del giorno in cui Gesù afferma di essere la vite e gli uomini i tralci, Mons. Marini ha richiamato l’attenzione sul fatto che solo rimanendo attaccati al Signore «la nostra intelligenza comprende in modo nuovo il senso della autentico della vita.

Solo così i nostri occhi vedono la speranza di ciò che ci attende». Anche il cuore, accanto a Gesù, «avverte di essere amato e diventa capace di amare. Attaccati siamo davvero vivi».

Il vescovo al termine si è intrattenuto con l’amministratore delegato, Attilio Capuano con il quale si era incontrato in azienda alcuni mesi fa.

La celebrazione del tempo pasquale alla Pernigotti, oltre alla ripresa di una tradizione religiosa cara a molti, è coincisa anche con nitidi segnali di un rilancio industriale che rende orgogliosi i novesi.

Luciano Asborno

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