Ciao Corti

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Oggi è morto un nostro amico, che ha fatto la storia del nostro giornale. Ruggero Corti se ne è andato all’età di 77 anni lasciando l’adorata figlia Claudia, il fratello, i parenti tutti. Alla tipografia Tipolito MCM di Voghera per decenni ha stampato Il Popolo, fino al giorno in cui si è ritirato in pensione. Ha collaborato con diversi direttori, da mons. Pier Giovanni Agnes, coadiuvato da don Ernesto Vercesi, a mons. Pier Giorgio Pruzzi. Si stampava in piano, e prima ancora componendo le pagine carattere per carattere. Un lavoraccio. È alla Tipolito che io ho mosso i primi passi e Corti mi ha insegnato il mestiere. Ma, soprattutto, mi ha insegnato che ciò che conta nella vita è l’umiltà. Dalla Tipolito è passata mezza Voghera: tutti venivano a stampare da lui. Alla Tipolito si parlava di politica, calcio, persone… quante litigate, quanti confronti belli e sinceri. Ogni tanto Corti si chiudeva nel suo mutismo, per qualche giorno, poi gli passava. Ogni tanto mi chiedeva: “E il vescovo cosa dice?” “I vescovi la sanno lunga” gli rispondevo, sapendo che avrebbe riso. Poi mi dava consigli: “Se vuoi scrivere bene, impara da Agnes: sostantivo, verbo, complemento e subito il punto. Frasi brevi!” Io un ventenne, lui che mi ha visto crescere. Quando Mons. Vittorio Viola mi ha nominato direttore, si è commosso e dopo si è subito ripreso: “Adesso non fare stupidaggini” ha esclamato, in dialetto. Di stupidaggini ne ho fatte ma non farò mai l’errore di dimenticare un amico come Corti.
Il santo rosario sarà recitato stasera, venerdì 30 dicembre, nella chiesa di Lungavilla, suo paese natale; i funerali domani, sabato 31 dicembre, alle 15, nella stessa chiesa.
Matteo Colombo

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