“Chi è il mio prossimo?”: la risposta dei giovani vogheresi

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Il Grest a Voghera

VOGHERA – “Tu X Tutti”: chi è il mio prossimo? Questo il tema del Grest che per quattro settimane, dal 12 giugno al 7 luglio, ha fatto battere e vibrare come due cuori pulsanti i nostri oratori di via Bellocchio e Pombio. Sono stati giorni pieni di entusiasmo, gioia, euforia e anche fatiche, sudore e qualche lacrima di tristezza o nervosismo. Ma la felicità dei bambini è stata contagiosa e pure nei giorni più bui, climaticamente ed emotivamente parlando, è stata in grado di strappare un sorriso a tutti.

Ora i riflettori si spengono, si rifiata dopo 20 giorni vissuti con il piede sull’acceleratore, ci si ferma e si tirano le somme. Che cosa portiamo a casa da questa esperienza? “Chi è il mio prossimo?” Questo l’interrogativo che ha guidato le nostre giornate e i momenti di preghiera mattutini per piccoli e grandi. Talvolta nella frenesia della quotidianità il tempo per accorgerci di chi ci sta affianco non lo troviamo (o non vogliamo trovarlo) e la tendenza a vivere come isole o all’interno della nostra comfort zone è forte. In queste quattro settimane, invece, ognuno di noi ha potuto usare questo tempo per vivere in modo “inusuale”.

Se per i più piccoli non è difficile, per adolescenti ed adulti non sempre è facile condividere spazi, lunghe giornate e fatiche con persone al di fuori della propria cerchia, ma un’esperienza di centro estivo come la nostra ci insegna anche questo: mettere l’altro, il collettivo, di fronte all’interesse personale e alle proprie abitudini. Accompagnati dai nostri seminaristi, Vincenzo e Matteo, e dalla Parola del Signore, animatori ed educatori hanno approfondito il significato della vocazione e della missione alla quale ognuno di noi è chiamato. Se nella nostra vita la meta finale non è sempre chiara e il percorso può essere scosceso e accidentato, in questi giorni ci è stata offerta la possibilità di raggiungere una tappa intermedia, una sosta che rinfranca l’anima e che vede come destinatari delle nostre buone azioni i più piccoli ai quali siamo chiamati a farci prossimi con piccole attenzioni, con parole di conforto, ma anche con insegnamenti dati attraverso l’esempio e le sgridate, quando necessarie.

Infine, vorrei spendere alcune parole per elogiare tutti i ragazzi che hanno fatto la scelta, non scontata, di esserci, prendendosi la responsabilità di curare per 9 ore al giorno dei bambini, accettando di donare il proprio tempo al prossimo senza risparmiarsi mai. Sarò banale, ma in un periodo in cui gli adolescenti e i giovani sono spesso bistrattati e criticati per non essere quello che dovrebbero, qualcuno ha ancora la voglia di fare scelte importanti che fanno bene al prossimo e questo non può, non deve, passare inosservato.

Gianluca Panebianco

“In che senso?”: l’esperienza del campo a Brusson

VOGHERA – “Ognuno di noi è un angelo con una sola ala. Non possiamo volare se non abbracciati all’altro” (Don Tonino Bello). Per la prima volta ho vissuto l’esperienza del campo estivo con i ragazzi e i giovani della Comunità pastorale di Voghera, uno dei tanti “piccoli passi possibili” per entrare ogni volta di più nella nuova realtà. Il tema scelto da don Cristiano Orezzi per la proposta di quest’anno è stato i 5 sensi: come Gesù incontra ciascuno in modo concreto attraverso la corporeità e apre i nostri sensi a Lui.

Ogni giorno lanciava il tema durante la preghiera del mattino attraverso un brano del Vangelo e provocava i ragazzi a una riflessione che poi veniva svolta attra- verso attività di gruppo insieme agli educatori.

Vista: guarigione di un cieco (Mc 8, 22-26)

Tatto: guarigione di due donne (Mc 5, 21-43)

Udito: guarigione di un sordomuto (Mc 7, 31-37)

Olfatto: la resurrezione di Lazzaro (Gv 11, 38-46)

Gusto: moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6, 1-15)

La giornata prevedeva un’alternanza allettante di giochi, tornei, passeggiate e gite all’insegna della condivisione e dello stare insieme che mettevano nel cuore di ognuno un sentimento di gioia e di bellezza.

Le serate introdotte dall’inno “Grazie mille” (degli 883) piene di risate venivano organizzate con giochi serali, balli e canti in allegria.

Grazie Gesù perché hai dato a questi ragazzi l’opportunità di vivere un’esperienza come questa affinché possa rimanere come luce che illumina il cammino e li renda testimoni e portatori di luce in mezzo agli altri.

“Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo” (S. Giovanni Paolo II).

Suor Patrizia Gestro

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