Tolti i sigilli alla ex Vinal

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Dopo il dissequestro si potrà procedere con la bonifica dell’area. L’appalto è di 1,2 milioni di euro

SANTA GIULETTA – È stata dissequestrata dopo oltre quindici anni l’area dell’ex stabilimento Vinal di Santa Giuletta, lungo la via Emilia. I sigilli al complesso, nato negli anni Quaranta per la produzione di alcool principalmente da vinacce di uva, erano stati messi nel 2006 dalla Procura di Nocera Inferiore dopo il fallimento della società e un’inchiesta giudiziaria che aveva coinvolto il proprietario, deceduto nel 2017. La decadenza dell’ultimo vincolo giudiziario riguarda non solo il complesso industriale, ma anche i 55 ettari di terreni e la zona dell’ex depuratore, tra la ferrovia e l’autostrada A21, dove di recente sono stati scoperti una discarica di amianto e dei bidoni sospetti.

A inizio ottobre il Comune di Santa Giuletta emetterà un’ordinanza di sgombero dei rifiuti, potenzialmente pericolosi, dai boschi di località San Re, rivalendosi poi della somma spesa per l’intervento sulla proprietà della ex Vinal. Nel frattempo, il Comune sta lavorando alla messa in sicurezza dell’area: sono venti le ditte che parteciperanno all’appalto del primo lotto che consiste nella rimozione di 15.000 metri quadrati di coperture in amianto e la loro parziale sostituzione; l’intervento costerà 1,2 milioni di euro che saranno finanziati con gli oltre 2 milioni di euro stanziati nel 2018 dalla Regione. Successivamente si dovrà procedere ad appaltare i lavori del secondo lotto, che riguardano la rimozione e bonifica di centinaia di ettolitri di acidi e sostanze pericolose che sono ancora stoccate all’interno dei silos. Una volta terminata la messa in sicurezza, il curatore fallimentare potrà mettere in vendita l’area: quando la Vinal era ancora in funzione il complesso era stato valutato 15 milioni di euro, a fabbrica chiusa il prezzo era stato quasi dimezzato, 8 milioni di euro. Dalla cifra finale, in ogni caso, dovranno essere detratti i costi della bonifica, che saranno addebitati dal Comune.

A seguito del dissequestro di tutto il sito, si potrà procedere anche all’approfondimento delle analisi dei suoli nell’area dell’ex depuratore, dove nell’estate del 2019 si erano verificati degli incendi sospetti, causati probabilmente dalla presenza di metalli pericolosi nel terreno che avevano fatto reazione con il caldo e un macchinario agricolo abbandonato. Per la caratterizzazione del terreno la Regione aveva stanziato 1 ulteriore milione di euro grazie a un emendamento del consigliere regionale pavese M5S Simone Verni. Legambiente Oltrepo, intanto, ha chiesto la rimozione degli arbusti e ulteriori analisi alla falda.

Oliviero Maggi

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