«Resta la scia luminosa delle sue opere»

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I funerali di don Alfredo Ferrari presieduti dal vescovo

RIVANAZZANO TERME – Mercoledì 8 giugno, nella chiesa parrocchiale di Rivanazzano Terme, sono stati celebrati i funerali di don Alfredo Ferrari. Numerosi i sacerdoti diocesani che si sono uniti al vescovo Mons. Guido Marini e al nipote don Stefano nel rito delle esequie. Erano presenti anche alcuni sindaci tra cui Fabio Riva di Rivanazzano Terme e Andrea Defilippi di Oliva Gessi, paese natale del defunto, oltre alle autorità del territorio.

Il vescovo, nella sua omelia, citando le parole di Gesù rivolte a Marta, ha ripetuto più volte e con forza che don Alfredo risorgerà. La sua storia «continua meravigliosa e continuerà per sempre nel mondo di Dio».

«Ecco perché oggi seppure siamo nel dolore per un distacco che ci ferisce e ci rattrista dal punto di vista umano, – ha affermato – con gli occhi della fede non rimaniamo davanti a questa bara ma entriamo nel mondo del Signore e ascoltiamo le sue parole che cambiano tutto nella vita. Nel libro dell’Apocalisse abbiamo ascoltato un’altra parola che è conseguenza di questo annuncio di fede: “Beati i morti che muoiono nel Signore”».

Don Alfredo, ha poi aggiunto il prelato, «è morto nel Signore ed è beato per questo. La sua vita l’ha data al Signore, per Lui si è speso incondizionatamente con zelo e sapienza. Ha vissuto nell’amore del Signore fino all’ultimo respiro della vita, ha lasciato questo mondo nel Signore, tra le sue braccia».

«Ha faticato molto perché si è speso molto, perché ha dato tutto di sé al Signore e ai fratelli. – ha proseguito – Ma ora è in questo abbraccio di riposo, di pace e di gioia. Questo è il destino bello della nostra vita: l’abbraccio di amore del Signore per un’eternità di riposo, di pace e di gioia».

Ha poi ricordato come il sacerdote «per l’eternità è seguito da una scia luminosa delle sue opere, piccole e grandi, di carità, di testimonianza e di annuncio. Opere fatte in Dio, bellissime, che costituiscono questa scia di luce che per l’eternità lo segue; la corona della sua vita nel paradiso di Dio».

Mons. Marini ha concluso rivolgendosi a don Alfredo e chiedendo a lui di pregare perché «possiamo seguire l’esempio che ci lascia» e perché la tristezza del momento di distacco umano si trasformi nella felicità e nella gioia di vederlo con lo sguardo della fede nell’abbraccio del Signore.

A ringraziare il missionario che ha tanto amato l’Africa da dedicare la sua vita al Burundi e poi a Bukavu, in Congo, dove ha costruito una chiesa, una scuola e un centro nutrizionale, è stata suor Maria Rita, della congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia di Savona, originaria dell’Arcidiocesi di Bukavu che ha conosciuto bene don Alfredo. Di lui ha ricordato la dedizione verso i bimbi malnutriti e i giovani nella formazione scolastica, oltre ai poveri e ai rifugiati e lo zelo che ha sempre manifestato per sostenere in ogni modo i fratelli africani. Come testimonia la Onlus “S.O.S. Ospedale Bukavu” nata in Oltrepò pavese per raccogliere fondi con mercatini ed eventi a favore dei bimbi e delle loro mamme. Nel pomeriggio di mercoledì è stata celebrata anche la Messa nella chiesa di Bukavu per pregare per l’anima di don Alfredo che è stato tumulato nel cimitero di Oliva Gessi. Il suo sorriso e la sua forza resteranno nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e il suo ricordo continuerà a raccontare l’Africa a tutti coloro che verranno dopo di lui.

Ai famigliari le condoglianze della Redazione del Popolo.

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