«Occorre una strategia di rilancio industriale»

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Le Regioni accanto ai lavoratori per difendere l’azienda

NOVI LIGURE – Un’azione coordinata con Puglia e Liguria per far sentire la voce delle Regioni, in difesa degli stabilimenti produttivi dell’ex Ilva: questa è la proposta del presidente Alberto Cirio che lunedì 11 dicembre, insieme all’assessore al lavoro Elena Chiorino e i colleghi all’agricoltura Marco Protopapa e alla cultura Vittoria Poggio, ha incontrato amministratori e organizzazioni sindacali sul futuro degli stabilimenti piemontesi del colosso siderurgico a Novi Ligure, Racconigi e Gattinara. «Sono in contatto con i colleghi presidenti di Puglia e Liguria per avviare da subito un’azione coordinata delle regioni che ospitano stabilimenti del gruppo e operare in accordo con il governo per garantire un futuro a questo asset che è strategico a livello nazionale e per il Piemonte dove coinvolge circa 3.000 lavoratori, considerando anche l’indotto», spiega il governatore, annunciando la partecipazione alla riunione organizzata dal Governo a Palazzo Chigi. Durante l’incontro di lunedì, gli amministratori locali e le organizzazioni sindacali hanno posto l’attenzione sulla sicurezza. «La situazione è complessa e siamo perfettamente consapevoli del dramma che i lavoratori stanno vivendo. Le misure che si possono attivare a supporto ci sono e sono pronte, ma serve che sia definita la strategia di rilancio industriale, oggi di difficile individuazione essendo la situazione “in itinere” su Taranto. – aggiunge Chiorino – Da parte del Governo le interlocuzioni sono fitte e costanti e il Ministro Urso in sede di audizione ha evidenziato la convinzione del Governo di quanto la siderurgia sia una leva strategica della Nazione da rilanciare». La crisi, intanto, è sempre più profonda e la fuga dei dipendenti non si arresta nemmeno a Novi. Dei 700 lavoratori sotto contratto a inizio 2019, ora ne rimangono all’incirca 590. La scorsa primavera, Cgil e Cisl, ma non Uil, avevano sottoscritto un accordo per il rinnovo degli ammortizzatori sociali fino al 17 marzo 2024, che prevede la rotazione fino a un massimo di 155 lavoratori al giorno. «Come organizzazioni sindacali, ribadiamo che se si vuole dare futuro al gruppo Acciaierie d’Italia, la scelta obbligata è quella di un immediato cambio di governance e di gestione dell’intero gruppo con un piano industriale chiaro e concreto. – fanno sapere le tre segreterie provinciali – Lo stato di declino è ormai evidente, non c’è più tempo. Chiediamo che la Regione si impegni in tutti i modi per dare forza a questa vertenza di carattere nazionale, operando in sinergia con Roma».

Luca Lovelli

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