Le caprette di Emanuele famose in Italia

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La scelta di Momperone, in Val Curone; le difficoltà della burocrazia; un sogno da realizzare: ecco come è nata un’azienda che produce un latte speciale

Dallo scorso febbraio la Val Curone fornisce latte di capra su scala nazionale. A produrlo è la nuova azienda a conduzione familiare di Emanuele Baronchelli che, insieme alla compagna Yvonne, è approdato a Momperone, dove ha acquistato all’asta una stalla dismessa e l’ha trasformata nella casa delle “sue” caprette. Ad attirare la nostra attenzione sono stati due aspetti: l’originalità della produzione e il coraggio di un allevatore di sfidare la macchina burocratica pur di coronare il suo sogno. Emanuele, nato in una famiglia di allevatori, ha sempre vissuto a contatto con gli animali, prima come operaio in una stalla di bovini, poi come gestore di un maneggio e, da dieci anni a questa parte, come allevatore di capre. Ha iniziato con 50 esemplari a Bornasco, nel cuore della Pianura Padana, non lontano da Pavia. Gli elevati costi di affitto della struttura l’hanno però obbligato a cercare un’altra soluzione e, casualmente, grazie a un’inserzione, ha scoperto l’edificio semi abbandonato di Momperone. Dopo due anni di lavori, Baronchelli è riuscito ad aprire il suo allevamento, che conta ben 400 capre in lattazione e 150 caprette che hanno meno di un anno di vita, di cui due nate pochi giorni fa. Non mancano anche i caproni da monta. La razza scelta è la Saanen, di origine svizzera, molto produttiva, che si distingue per il colore bianco del manto degli animali. Ma non mancano anche alcuni esemplari marroni, che appartengono alle Camosciate delle Alpi. Passeggiando nella grande stalla capannone, perfettamente curato e adeguato alle più moderne direttive, Emanuele mostra con orgoglio la mungitrice, un marchingegno altamente sofisticato che permette di raccogliere il latte e di convogliarlo direttamente in cisterne frigorifero, in attesa che venga prelevato dai caseifici della Lombardia e del Piemonte e dalla cooperativa “Bi.Vi. – Latte Biancoviso” di Saluzzo. Ad aiutare Emanuele e Yvonne, che si occupa della parte amministrativa, c’è un dipendente indiano che vive vicino alla stalla. La giornata inizia molto presto con la distribuzione del foraggio disidrato, di alta qualità, e prosegue con la prima mungitura; la seconda avviene nel pomeriggio. Ogni capo di bestiame produce circa 4 litri di latte al giorno per circa 8 o 9 mesi all’anno quindi da ottobre o novembre la sosta fino a febbraio, quando partorisce. La vita media di ogni animale può essere anche molto lunga e all’interno del gregge vige una sorta di gerarchia perché le capre, come spiega il proprietario, sono molto intelligenti e sensibili. Baronchelli è soddisfatto della sua scelta di traferirsi in Piemonte e di vivere a Momperone dove ha già iniziato a collaborare con i suoi “vicini” di casa, Matteo Grattone del caseificio “Valli del Giarolo” e Guido Di Guerra (“I formaggi di Guido”), che realizzano ottimi prodotti utilizzando il suo latte. L’unica nota stonata nel suo racconto è la burocrazia. Emanuele ha dovuto affrontare non solo le fatiche fisiche per ripristinare un’area abbandonata ma si è scontrato anche con numerose difficoltà burocratiche e non ha ricevuto il sostegno che sperava di trovare negli enti istituzionali. A fronte di spese molto elevate per rendere l’attività al massimo livello, non ha ottenuto un adeguato sostegno economico e si è trovato a dover fare investimenti cospicui che spera di ammortizzare nei prossimi anni. L’entusiasmo dell’allevatore, però, non è stato scalfito da queste difficoltà. Anzi. Ora, nella nuova “casa”, i suoi animali potranno vivere meglio e lui ha ancora tanta voglia di crescere e di accudire con dedizione e con cura le sue capre che conosce una per una e che sente parte della famiglia.

Daniela Catalano

(Illustrazione di Maurizio Immovilli)

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