La ferrovia maglia nera per i ritardi

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La linea Stradella-Pavia-Milano è stata la peggiore in Lombardia nel 2022

STRADELLA – La linea ferroviaria Stradella-Pavia-Milano è stata la peggiore in Lombardia a dicembre 2022 per ritardi e soppressioni dei treni. A dirlo è l’indice di affidabilità, calcolato alla fine dello scorso anno: quando il valore dell’indice di affidabilità supera lo standard minimo (5%), previsto dai contratti di servizio, scatta il diritto al bonus per i pendolari che hanno acquistato l’abbonamento mensile o annuale. A dicembre la Stradella-Pavia-Milano, che collega la stazione di Stradella con quella di Milano Greco Pirelli, ha superato di due volte lo standard minimo (10,09%), registrando il dato peggiore in tutta la Lombardia. Non va meglio nelle altre linee ferroviarie della provincia di Pavia, visto che 7 su 8 non hanno rispettato gli standard. Ma la linea Stradella-Milano, in base alle elaborazioni dei dati del sito trenipendolari.it, è stata la peggiore di quelle pavesi nel 2022: il 69% dei treni è arrivato in ritardo, solo il 26,2% è giunto a destinazione in orario e il 4,6% dei convogli è stato soppresso. Per quanto riguarda i ritardi, quasi il 73% sono stati tra i 5 e i 19 minuti e il 20,5% oltre i 19 minuti. Ora, come prevede la normativa regionale, gli abbonati alle direttrici non in regola con gli standard di affidabilità potranno acquistare l’abbonamento di marzo 2023 con uno sconto del 30%, oppure, nel caso di abbonamenti annuali, chiedere il bonus alla scadenza della validità di quello attuale. «Il problema principale resta il materiale rotabile che è vecchio e inadeguato e, al momento, non è prevista l’immissione di nuovi treni sulla nostra linea. – spiegano i pendolari oltrepadani – I continui guasti causano ritardi e soppressioni sulla linea e, di recente, ad aggravare il problema, c’è stata la digitalizzazione della stazione di Bressana Bottarone: qui i treni della Stradella-Milano devono far passare prima quelli delle altre linee, aumentando ancora di più i ritardi. Ormai questa situazione è diventata purtroppo la normalità quotidiana».

Oliviero Maggi

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