Il Terzo Valico nel 2026 sarà realtà

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Il vice ministro Edoardo Rixi in visita ai cantieri

ARQUATA SCRIVIA – «La scadenza del 2026 sarà rispettata». Queste le parole del vice ministro a Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, che lunedì 20 novembre ha visitato i cantieri del Terzo Valico. A fargli eco sono stati i delegati di gruppo Webuild e Rfi e Calogero Mauceri, commissario straordinario dell’opera, anch’essi presenti in occasione del sopralluogo. Al termine della visita, è stato fatto il punto con i giornalisti. «Prevediamo di inaugurare a dicembre il primo pezzo tra Rivalta e Tortona, che consentirà di dare un po’ di respiro sul traffico nel basso Piemonte. – ha spiegato Rixi – Il secondo binario, sulla stessa tratta, partirà tra maggio e giugno del prossimo anno mentre a fine 2024 verranno chiusi i lavori sul nodo di Genova. Il termine lavori completo del Terzo Valico, inteso come sistema di collegamento dei tunnel tra Piemonte e Liguria, sarà a giugno 2026. Al momento siamo all’86% del cantiere complessivo». Il rispetto dei tempi concordati rappresenta una grande sfida per Governo e maestranze. Entrambe le “talpe”, le grandi macchine scavatrici che avrebbero dovuto bucare l’Appennino per costruire le due gallerie, sono ferme per le particolari caratteristiche geologiche delle rocce, che non consentono a questi mezzi, in grado a pieno regime di scavare tra i 450 e i 700 metri al mese, di agire in sicurezza. «L’obiettivo è quello di aprire, nella peggiore delle ipotesi, almeno una canna. Questo ci consentirebbe di rispettare gli obiettivi economico-finanziari. La differenza tra le due canne può essere però di uno o due mesi, dipende dal terreno che si incontra. – ha aggiunto il vice ministro – Entro il 2025 dovremmo chiudere i lavori avendo già messo a punto l’armamento ferroviario del 70-80% della linea. La parte critica è quella in cui è stata riscontrata presenza di amianto ed è lì che si concentreranno gli sforzi per tenere dei coefficienti di produzione importanti ». La grande opera ferroviaria sarà lunga 54 km e si sviluppa in sotterraneo per il 90% del percorso, con una galleria unica in doppia canna. «La presenza di amianto era nota ma non con questa frequenza. Abbiamo inoltre registrato una significativa presenza di gas in ambiente. Le complicazioni si sono quindi sommate. – ha precisato Nicola Meistro, Senior Executive Operations Rail di Webuild – Ora siamo nelle condizioni di poter traguardare i tempi stabiliti. La situazione è abbastanza definita. La sfida è enorme perché ci viene chiesto uno sforzo importante. Abbiamo deciso di smontare le talpe e proseguire con scavi di tipo tradizionale».

Luca Lovelli

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