«Gesù è il giorno del nostro cuore»

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Le celebrazioni presiedute da Mons. Guido Marini dal Giovedì Santo a Pasqua

TORTONA – Giovedì 6 aprile, alle ore 18, ha avuto inizio la Messa nella Cena del Signore, nella quale è stata fatta memoria dell’Eucaristia e dell’istituzione del sacerdozio, caratterizzata dalla lavanda dei piedi che “è il contenuto del pane spezzato, secondo il vangelo di Giovanni”.

Con Mons. Guido Marini hanno concelebrato don Paolo Padrini, don Paolo Verri, don Matteo Fiorani, mons. Francesco Giorgi e i padri cappuccini. Nell’omelia il vescovo ha sottolineato come l’evangelista Giovanni, nel ricordare il gesto della lavanda dei piedi, rimanda all’Eucaristia e al sacerdozio. Quel gesto così bello, dunque, «è un segno che parla del mistero dell’amore infinito del Signore Gesù per noi».

«Nell’Eucaristia e nella lavanda dei piedi sono stati anticipati i momenti della passione, della croce, della morte e della resurrezione del Signore – ha spiegato il presule – e per questo il sacerdozio è il segno dell’amore infinito perchè consente di mettere in relazione la storia con il mistero eucaristico». Ha poi sottolineato l’importanza dell’amore del Signore che dà tutto per la sal-vezza e che dà a ogni uomo la sua vita nell’Eucaristia, permettendogli di seguire il suo esempio. Di questo amore non bisogna mai avere paura e se «l’Eucaristia è al centro della nostra vita, noi possiamo vivere alla maniera di Dio».

Al termine Mons. Marini ha proceduto a lavare i piedi a 12 ragazzi che frequentano il catechismo nella Comunità pastorale di San Marziano. Dopo la Comunione, poi, il celebrante ha portato il Santissimo Sacramento all’altare della reposizione dove è rimasto per l’adorazione silenziosa serale.

Il Venerdì Santo, giorno di preghiera e di digiuno, si è aperto con l’Ufficio delle Letture alle ore 8 ed è proseguito, alle ore 18, con l’azione liturgica “In passione Domini” che è iniziata con il gesto altamente significativo della prostrazione silenziosa del vescovo davanti all’altare. La proclamazione della Parola e la lettura del brano del vangelo di Giovanni, che racconta la passione e la morte in croce di Gesù, hanno preceduto la riflessione di Mons. Marini. Poi è seguita l’accoglienza della croce, solennemente portata all’altare per essere adorata.

Alle ore 21, sempre in cattedrale, sono state ripercorse le 14 stazioni della Via della Croce, accompagnando il Signore Gesù nelle tappe della sua passione e morte. Nella meditazione il vescovo ha invitato a rispettare il “grande silenzio” che si protrae fino alla veglia pasquale e che si trasforma in preghiera, «volgendo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto». «Il crocifisso – ha detto – è un fatto nostro». E avvicinandoci a Gesù, insanguinato e ucciso, è possibile ascoltare una parola che ridona la vita.

Il triduo si è concluso con la solenne Veglia del Sabato Santo, iniziata alle ore 21, sul sagrato del Duomo, con la benedizione del fuoco e del cero pasquale e il canto dell’Exultet. Dopo la liturgia della Parola, il canto del Gloria, annuncio della risurrezione, ha preceduto la proclamazione del vangelo, seguita dall’omelia.

Il vescovo ha spiegato che la notte è santa perché «la notte non è più notte, perché c’è una stella che brilla per sempre: Gesù risorto da morte». «Gesù, come diceva Sant’Agostino – ha affermato – è il giorno del nostro cuore e per questo la notte non vince più.

Celebriamo la Veglia pasquale nella notte santa perché celebriamo Gesù il giorno senza fine del nostro cuore». Anche le luci, che si accendono «sono il segno che Gesù è il giorno della nostra vita». In Cristo, infatti, la morte è distrutta una volta per tutte e Lui è «la luce della vita, per cui la vita diventa un disegno stupendo della provvidenza del Signore». Dopo la benedizione dell’acqua lustrale tre catecumeni, due donne e un uomo – Giustina, Eleonora e Andrea – accompagnati da padrini e madrine, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. La mattina di Pasqua, Mons. Marini ha celebrato in cattedrale il solenne Pontificale alle ore 10.30, al quale erano presenti autorità civili e militari tra cui il presidente del Consiglio comunale, Giovanni Ferrari Cuniolo, il comandante dei Carabinieri e quello della Guardia di Finanza di Tortona. Rivolgendosi ai numerosi fedeli, li ha invitati a salutarsi come si salutavano gli antichi cristiani:«Uno dice all’altro “Cristo è risorto” e l’altro risponde: “È veramente risorto”.

Così anche noi dovremmo salutarci oggi, avvertendo come la gioia risplenda, come la speranza fiorisca». Prima di invocare la benedizione il vescovo ha ringraziato don Claudio Baldi per gli auguri pasquali e per il prezioso lavoro di preparazione svolto nella Settimana Santa; poi ha espresso gratitudine anche ai ministranti dell’Unità pastorale “San Marziano”, ai sacerdoti, ai dia- coni e a tutti i collaboratori. Un particolare plauso lo ha rivolto a Enrico Vercesi direttore della Cappella Musicale della Cattedrale e a Daniela Menditto direttrice della Corale della Cattedrale che hanno animato tutte le celebrazioni.

Nel pomeriggio, alle ore 17, il vescovo Guido ha presieduto la celebrazione eucaristica al santuario della Madonna della Guardia. Nella riflessione ha ricordato l’episodio dei discepoli di Emmaus e ha esortato ad «a-mare come Lui ci ama e a chiederGli di restare con noi». Ha, infine, impartito la so- lenne benedizione ai piedi della statua della Vergine, insieme al rettore don Renzo Vanoi.

Daniela Catalano

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