Ex Fibronit libera dall’amianto

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La Regione approva l’ampliamento del sito di interesse nazionale

BRONI – Il bianco della polvere di amianto attaccata alle pareti ha lasciato il posto al rosso e al blu della vernice incapsulante per evitare che le fibre killer si diffondano ancora nell’aria. È così che si presenta l’area ex Fibronit di Broni, finalmente libera dall’amianto dopo 26 anni.

«Se non ci fosse stato il Covid saremmo potuti entrare anche senza mascherina perché i controlli hanno certificato l’assenza di pericoli legati all’esposizione all’amianto» – ha detto il dottor Ennio Cadum di Ats Pavia che ha accompagnato mercoledì 3 febbraio il sindaco Antonio Riviezzi, il presidente dell’Avani (vittime amianto), Silvio Mingrino, e i giornalisti in visita al sito dismesso. Dei 140.000 metri quadrati di capannoni oggi restano solo gli scheletri perché tutto quello che era di amianto, pareti, coperture, tubazioni, è stato rimosso con i lavori del secondo lotto.

Ora resta l’ultimo passo, ovvero la demolizione di tutte le strutture esistenti: «Abbiamo concordato con il ministero dell’Ambiente una procedura più rapida che ci consenta di accelerare i tempi della progettazione. – ha spiegato il sindaco Riviezzi – Contiamo di esse-re pronti con il progetto entro l’autunno, in modo da passare poi all’appalto per l’assegnazione dei lavori. La tempistica è di circa tre anni».

Nel frattempo, però, si sta già pensando al futuro dell’area: a causa della presenza di residui di amianto nel sottosuolo sono sconsigliati lavori di scavo, ma l’idea del Comune è quella di un progetto di innovazione ambientale a forte impatto “green”, che avrebbe anche una valenza simbolica su una zona che per quasi trent’anni ha portato solo dolore e morte.

«Ma ovviamente non decideremo da soli. – assicura il primo cittadino – Condivideremo ogni passo, come abbiamo fatto finora, con gli enti preposti, le forze politiche, le associazioni ambientaliste e tutti i cittadini».

Messa in sicurezza la Fibronit, ora la partita contro l’amianto si sposta sul fronte della riperimetrazione del Sin (Sito di interesse nazionale) a tutto il territorio di Broni per ottenere fondi ulteriori per la rimozione delle coperture pericolose dei privati (oltre 100.000 metri quadrati), visto che, secondo lo studio epidemiologico di Ats Pavia, Broni è in cima alle classifiche nazionali nel rapporto tra morti di mesotelioma per km quadrato e, inoltre, stanno aumentando i casi di malattia tra chi non ha mai avuto contatti con la fabbrica.

Lunedì 8 febbraio, come preannunciato dall’assessore regionale all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, la Giunta lombarda ha approvato la delibera con la quale si dà il via libera alla nuova richiesta di riperimetrazione del Sin che poi sarà trasmessa a Roma al ministero dell’Ambiente per la definitiva approvazione.

«Con questa delibera – ha detto Cattaneo – ribadiamo che la priorità della Regione rimane quella di favorire la più rapida bonifica del territorio in collaborazione con le istituzioni locali».

Lunedì scorso, il consiglio comunale ha approvato il bilancio che ha previsto la seconda tranche di fondi da 150.000 euro per aiutare i privati nello smaltimento.

Sulla stessa linea si sta muovendo anche Stradella, che ha appena approvato il bando per la concessione dei primi 100.000 euro a fondo perduto (altri 200.000 nei prossimi due anni) sempre come incentivi ai privati (il bando scade il 30 aprile).

Oliviero Maggi

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