È polemica sull’ampliamento dell’impianto a biometano a Broni

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La minoranza chiede spiegazioni al sindaco Antonio Riviezzi che chiarisce: «Il sito è attivo dal 1999, sorge sul terreno di un privato ed è la Provincia che dà il permesso»

Spunta l’ipotesi di un impianto a biometano a Broni, nell’area delle logistiche. Dopo i progetti presentati a Voghera e Casei, in questo caso è la società “Ambiente e Risorse srl”, già presente a Broni dal 1999 con un impianto di bonifica dei terreni inquinati dai rifiuti, a voler ampliare la struttura. L’impianto per lo smaltimento dei rifiuti speciali e di quelli solidi urbani per la produzione di energia dovrebbe sorgere in località Campo Viola, vicino al casello autostradale della A21, a pochi passi dai capannoni realizzati dalla società Akno. L’iter di autorizzazione è ancora in corso ed è a carico dell’amministrazione provinciale, ma la notizia ha già scatenato la polemica politica in città.

Secondo il progetto depositato per ottenere il via libera, l’impianto arriverebbe a trattare 40 mila tonnellate di rifiuti all’anno, che vengono analizzati e controllati una volta arrivati nella struttura, prima di partire con il trattamento. Minimo sarebbe l’impatto con il traffico pesante già esistente nella zona a causa della presenza delle logistiche: a pieno regime, infatti, l’impianto porterebbe 12 camion al giorno in entrata e in uscita.

Preoccupato per l’arrivo di questo nuovo insediamento è il gruppo di minoranza “Broni in Testa”: «Nessuno ci ha informato della presenza di questo progetto e ne siamo venuti a conoscenza solo sfogliando l’albo pretorio online; inoltre la vicenda non è stata minimamente discussa in commissione ambiente. – attacca l’opposizione – Come dimostra quello che sta accadendo a Voghera e Casei, nessuno vuole questo impianto e Broni, per la sua storia e i suoi morti legati all’amianto: il nostro non è un Comune come gli altri e merita per questo ancora più rispetto».

Il Comune, intanto, ha approvato la proposta di compensazione ambientale, presentato dalla società: il soggetto dovrà occuparsi della manutenzione di una delle piste ciclabili presenti sul territorio e indicata dall’amministrazione per una spesa complessiva di circa 41 mila euro.

L’azienda dovrà provvedere alla progettazione e direzione lavori e avrà un anno di tempo per far partire e ultimare l’intervento.

Il sindaco Antonio Riviezzi rispedisce al mittente le accuse della minoranza e rassicura la cittadinanza sul progetto: «L’impianto gestito dalla società “Ambiente & Risorse”, come si può leggere anche sul loro sito, è attivo dal 1999; sono quindi più di 20 anni che nell’impianto vengono recuperati terreni provenienti da bonifiche ambientali. – chiarisce il primo cittadino – Per questo, mi chiedo: chi oggi grida vergogna e minaccia picchetti per la richiesta fatta dalla società (non ancora autorizzata dalla Provincia, ente preposto al rilascio di questo tipo di autorizzazioni) perché in questi 20 anni non ha mai detto nulla sull’attività di questo impianto e non ha mai richiesto atti per informarsi sull’attività già in essere?

Forse perché nel 1999 il sindaco non era il sottoscritto, ma qualcun altro.

La società “Ambiente & Risorse” ha richiesto di poter ampliare l’impianto e di svolgere nella stessa località anche l’attività di trasformazione di rifiuti organici (non inquinati) in una fonte alternativa e di produrre energia rinnovabile, cioè gas naturale, invece di conferirlo in discariche o negli inceneritori.

Si tratta comunque di un terreno privato, non occorre variante urbanistica, e le autorizzazioni seguono un iter previsto da una legge nazionale».

Oliviero Maggi

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