CIT: le ragioni di un fallimento

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Il curatore fallimentare ha bocciato i conti. Sono da individuare le responsabilità della crisi

NOVI LIGURE – Era lo scorso aprile quando il Cit, Consorzio Intercomunale dei Trasporti del territorio novese, iniziava a intravvedere la luce in fondo al tunnel dopo una lunga crisi.

L’azienda era, infatti, stata ammes-sa dal Tribunale di Alessandria al concordato di continuità aziendale, scongiurando il fallimento.

Per il Comune di Novi, capofila all’interno di un gruppo in cui sono presenti anche altri enti locali del circondario, era arrivato il via libera per assegnare l’85% delle quote societarie al nuovo partner Trotta Bus Services.

Poi, però, la doccia fredda. A gennaio, i giudici avevano, infatti, decretato il fallimento del Cit co- gliendo di sorpresa l’ormai ex amministratore unico Silvio Mazzarello e il mondo sindacale.

Nei giorni scorsi sono emerse le motivazioni, per le quali è arrivata la revoca dell’ammissione al concordato, nel quale si specifica che il curatore fallimentare Mario Leonardo Marta ha dato, di fatto, il via libera all’istanza di fallimento do-po aver fornito parere sfavorevole su tutti i fronti. Con la bocciatura dei conti, bisognerà ora capire di chi siano le responsabilità.

Lo stesso Mazzarello, nel frattempo, si era dimesso “per ragioni personali e dettate da un nuovo sbocco professionale” da amministratore delegato di Gestione Ambiente, con il suo posto che è stato preso da Marco Peretti.

Una realtà, quella del Cit, nata nel 1978 e che negli ultimi anni ha visto diminuire progressivamente il numero dei suoi dipendenti.

Un organico passato dalle 49 unità alle 30 circa con il passare del tempo.

Luca Lovelli

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