Chiude il “barbiere dei vescovi”

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Lo storico negozio in via Emilia abbassa la serranda. Mario Ledda dal 1978 a oggi ha curato l’immagine di centinaia di tortonesi (e non solo) con professionalità e cortesia

TORTONA – Mario Ledda, 68 anni, ne ha trascorsi 44 anni in via Emilia, a pochi metri da piazza del Duomo, dove, dal 1978 e fino al 30 giugno scorso, ha accolto migliaia di clienti nel suo negozio di barbiere.

La sua attività non è stata solo un lavoro ma una vera e propria passione che lo ha portato a farsi conoscere e apprezzare anche fuori dai confini della città. Moderno “Figaro”, ha saputo usare forbici e pettine a ritmo di una danza che non si è mai interrotta. Solo la meritata pensione ha fatto chiudere la serranda di una bottega che fin dagli anni ’20, prima del suo arrivo, aveva sempre ospitato un’attività di parrucchiere per maschi.

In un caldo pomeriggio di luglio abbiamo chiesto a Mario di raccontarci qualche ricordo della sua lunga carriera iniziata all’età di 10 anni a Nulvi, paese del Sassarese, in Sardegna. E lui con un sorriso schietto e gentile, e anche tanta commozione, ha ripercorso le tappe del cammino partito quasi per caso e sviluppatosi poi con impegno e fatica, fino al raggiungimento di grandi traguardi come la “Forbice d’oro” ricevuta per la sua maestria. Lasciata la Sardegna, dove aveva collaborato per circa 5 anni a Sassari con Giulio Campus, il barbiere di Francesco Cossiga, è approdato sulla terraferma, a Genova, città nella quale si è specializzato e ha affinato la tecnica del taglio dei capelli presso “La piccola sala” di Antonio Mieli, suo maestro di vita, negozio frequentato anche dai sacerdoti della Curia e dagli arcivescovi che si sono succeduti alla guida della Chiesa genovese. Proprio lì, all’ombra della lanterna, tanti anni fa era entrato anche un giovane seminarista che oggi siede sulla cattedra di San Marziano. Mons. Guido Marini, infatti, ha conosciuto Mario quando faceva parte del clero genovese e adesso, a distanza di anni, non solo è stato felice di rivederlo, ma ha subito voluto che fosse lui a tagliargli i capelli in terra tortonese.

Mario, nel frattempo, ha continuato a prendersi cura di teste “consacrate”, perché dopo il periodo ligure, una volta giunto a Tortona, a metà degli anni ’70, rilevato il negozio di via Emilia, è diventato il barbiere prima di Mons. Luigi Bongianino e poi di Mons. Martino Canessa. Del primo non dimentica la richiesta di avere basette tagliate in modo preciso e del secondo, invece, le chiacchierate legate ai cibi della Sardegna e della Liguria.

Di Mons. Marini, invece, Ledda ha parlato con affetto, sottolineando la gentilezza e il garbo che lo caratterizzano.

Sulla sua storica poltrona, però, non si sono seduti solo vescovi ma anche numerosi sacerdoti e seminaristi diocesani oltre a schiere di tortonesi, tra cui l’onorevole Pier Luigi Romita, molti sindaci e personalità come Marco Spissu e Luigino Fassino famosi nel mondo del basket. Tutti hanno trovato in lui un professionista, un amico e una persona capace di “metterli a posto” in modo veloce ed elegante.

Il segreto di Mario risiede nella grande passione per il suo lavoro che l’ha portato a studiare e perfezionarsi nelle più rinomate scuole di Milano, ad ascoltare i consigli dei suoi migliori colleghi e a non smettere mai di mettere sempre al centro le esigenze dei clienti.

Negli anni in cui ha insegnato alle nuove leve, non si è mai stancato di ripetere che conta la capacità di capire chi si ha di fronte e di soddisfare le esigenze del cliente.

Ora, dopo decenni di barbe e capelli, è arrivato il meritato riposo. La prospettiva è quella di godersi le nipoti e di tornare a cantare nel coro di Villaromagnano, paese dove vive. E le forbici resteranno appese a un chiodo? Sicuramente no.

Chissà, magari, darà una mano ai figli, uno barbiere come lui e l’altro parrucchiere per uomo e donna oppure taglierà ancora i capelli a qualche amico… magari a un vescovo che abita a Tortona.

Daniela Catalano

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