Ancora grandine: colpito il Casteggiano

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I danni maggiori a Torrazza Coste. In Val Versa compromesso il 10% delle uve. Si richiede lo stato di calamità

CASTEGGIO – L’Oltrepò pavese devastato dalla grandine due volte in una settimana e ora si temono forti ripercussioni soprattutto sulla vendemmia.

Il maltempo continua ad accanirsi sul territorio oltrepadano: lunedì sera una violenta grandinata ha colpito la parte centrale del territorio tra i comuni di Casteggio, Corvino San Quirico, Montebello della Battaglia e Torrazza Coste. A Torrazza un fiume di acqua e grandine ha attraversato il centro abitato, allagando anche alcuni scantinati. Chicchi di grandine molto grossi sono caduti su vigneti e colture e si attende la conta dei danni dei tecnici.

Pochi giorni prima, alla fine di maggio, un’altra violenta grandinata aveva interessato l’alta Val Versa, devastando i vigneti soprattutto in alcune frazioni di Santa Maria della Versa.

Senza contare i danni dell’ultima grandinata nel Casteggiano, il bilancio è già preoccupante, visto che le prime stime dei tecnici parlano di 100.000 quintali di uva ormai compromessi, ovvero il 10% della produzione oltrepadana. Da fine aprile a oggi sono già quattro le grandinate che si sono abbattute in diversi punti il territorio, a dimostrazione di come gli agricoltori dovranno sempre più fare i conti con i cambiamenti climatici. Intanto la Regione Lombardia si prepara a chiedere al Governo lo stato di calamità per i territori lombardi segnati dal maltempo, compreso quello pavese, e la deroga alla legge 102, che consente l’erogazione di contributi anche alle aziende non assicurate che hanno subito danni.

«Questi fenomeni atmosferici sono sempre più frequenti e violenti. – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi – È necessaria una tutela assicurativa sempre più diffusa. In Lombardia il 45% della superficie agricola è assicurato e c’è una coscienza sempre più diffusa sull’importanza di queste precauzioni anche per far fronte ai cambiamenti climatici che portano ad avere periodi di prolungata siccità alternati a precipitazioni atmosferiche violente. Di fronte a tali eventi gli strumenti assicurativi vigenti mostrano i loro limiti ed è purtroppo necessario derogare al decreto-legge 102 nonostante sappiamo bene che le risorse messe a disposizione per i risarcimenti da parte dello Stato arrivano in ritardo di mesi o di anni e sempre in percentuale ridotta rispetto ai danni subiti dalle aziende. Per questo riteniamo indispensabile dal 2023 l’istituzione di un fondo catastrofale nazionale che possa coprire con le risorse della politica agricola i danni alle aziende, in maniera più diffusa ed efficace rispetto alle attuali condizioni assicurative».

Oliviero Maggi

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