Regole per il picnic ideale

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di Patrizia Ferrando

Avete percepito anche voi qualcosa di nuovo, anzi d’antico nell’aria? Tipo un desiderio di picnic? Non deve trattarsi semplicemente della stagione delle scampagnate: le asperità degli ultimi mesi hanno reso molti più amanti delle attività all’aria aperta di quanto fossero in passato, e tutti abbiamo voglia di leggerezza e di compagnia. Queste legittime aspirazioni rimano a perfezione con una colazione sull’erba, di reminiscenza romantica o allegria alternativa che sia. Dunque, non resta che distogliere il pensiero dal compianto Enzo Jannacci e dal suo proverbiale «va sempre a finire che piove» e organizzare la gita o la trasferta in fondo al giardino, ma con un occhio alle buone maniere. Il luogo scelto non brucerà al sole, ma non risulterà nemmeno gelido per eccesso di umidità e ombra. Di sicuro vi serviranno un bel cesto, grande, un telo impermeabile per isolare il terreno, una coperta su cui sedersi, eventualmente un paio di cuscini; se presenziano ospiti non troppo atletici, provvedete a sedie pieghevoli. Le declinazioni stilistiche sono a vostra discrezione: vanno escluse le stoviglie di plastica, mentre vanno bene i tovaglioli di carta. Per sentirvi impressionisti portate vasellame di ceramica, non necessariamente costoso, e una tovaglia con pizzi e ricami. Due cassette per la frutta rovesciate e “vestite” con tovagliette diventeranno tavolini sognanti. Un capriccio per chi si diverte a fare selfie, per chi vuole giocare alla vera lady, con un tocco di utilità non superfluo, giunge da cappelli di paglia maschili e femminili e perfino da un grazioso parasole di carta cinese. Una soluzione più contemporanea, sempre gentile per l’estetica e per l’ambiente, sono i piatti di bambù o foglia di palma e le posate di legno, che si abbinano a tessuti dai colori neutri e a contenitori di vimini. Le bevande preferitele in bottiglia e non in lattina, per la bellezza e per l’igiene.

Tassativo: non dimenticate sacchetti adatti per far sparire ogni rifiuto. Il cibo dovrà lasciarsi mangiare facilmente, meglio se con le mani. Preparate piccoli tramezzini, non panini enormi da addentare a fauci spalancate e lasciate ad altre occasioni i cibi che sbriciolano molto o a forte rischio macchia.

Al momento di sedersi, le signore imiteranno le giapponesi, flettendosi sui talloni, i signori piegheranno una gamba e appoggeranno l’altra. Non escludete di togliere le scarpe. Spero sia eccesso di prudenza aggiungere che i piedi si tengono ben lontani dai piatti, che non si rotola come plantigradi e che cani, bambini, ascoltatori di musica e begli spiriti possono e devono divertirsi, mantenendo però la logica moderazione in volume di radio, chitarre e chiacchiere e movimenti ludici, specialmente se la radura ospita più gruppi.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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