Non tutto viene per nuocere

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Stiamo tutti vivendo un periodo particolare, caratterizzato da un’emergenza sanitaria che ha stravolto molti aspetti della quotidianità: è destabilizzante per chiunque, tanto più per un adolescente, che difficilmente riesce a essere imbrigliato e mantenuto a scartamento ridotto. Il primo colpo basso è stata l’abolizione dei festeggiamenti per il Carnevale, seguita dalla sospensione delle gare già fissate e dalla chiusura degli impianti sportivi, mentre il prolungamento obbligato delle vacanze scolastiche non ha prodotto particolari effetti negativi, se non la preoccupazione che i giorni persi dovessero essere recuperati alla fine del quadrimestre. Nel marasma generale provocato dal diffondersi del Coronavirus, un ulteriore macigno si è abbattuto sulla routine dei ragazzi: la sospensione delle gite scolastiche. La fanciulla ha mostrato segni di disperazione: «Ma come: non si possono fare le gite? La mia classe deve andare a Firenze all’inizio di aprile! Prima i proff che minacciano di non portarci in gita perché siamo una classe turbolenta, adesso questo divieto! E io che è da un mese che cerco di chiacchierare meno!» Provo a ricondurla sulla via della ragione: «Sicuramente entro l’inizio di aprile questa emergenza sarà terminata: non è il caso di disperarsi. E poi è bene che cerchi di migliorare il comportamento in classe!»

Tant’è restano basso il morale e troppo il tempo libero a disposizione senza le lezioni e con la riduzione dei consueti impegni extrascolastici, perciò si studiano lungimiranti alternative: «Andiamo a Milano a fare shopping sabato? Approfittiamo del fatto che domenica le gare sono annullate! Ci saranno tutti i nuovi arrivi per la primavera!»

Non capisco se “ci è o ci fa” e provo a spiegare: «Io non sono allarmista e voglio condurre una vita il più possibile normale, ma andare in centro a Milano e spostarsi con la metropolitana non mi pare proprio un’idea brillante, considerata la situazione.»

A questo punto sfodera gli occhioni da Bambi per smuovermi, ma ottiene solo un’alternativa: «Perché non vieni a camminare con me e il cane? Facciamo un percorso sulle colline: ti muovi e respiri aria buona!» Pur brontolando, accetta. Nella prima mezz’ora di camminata si fa tirare come quando aveva tre anni, ma poi lo spirito sportivo riesce a predominare e mi ritrovo io a doverla quasi rincorrere con il fiatone. Notiamo che tante persone hanno avuto la nostra stessa idea: con le palestre chiuse si riscopre il piacere di una sana e gratuita attività all’aria aperta. Al termine della passeggiata, ecco il miracolo prodotto indirettamente dal famigerato Coronavirus: un’adolescente sorridente e rilassata, anche se critica: «Che bel giro abbiamo fatto! Però la prossima volta chiamo i miei amici: tu sei troppo lenta!»

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