La Parola di Dio rende discepoli del Signore Risorto

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Domenica scorsa la Lectio Divina con il vescovo e il Gruppo dell’Apostolato Biblico

TORTONA – Il Gruppo dell’Apostolato Biblico diocesano, che fa parte dell’Ufficio Catechistico, ha proposto, nella Domenica della Parola di Dio, la Lectio Divina sul passo del Vangelo di Matteo della liturgia del giorno (Mt 4,12-23), che è stata tenuta dal vescovo Mons. Guido Marini. Il 22 gennaio, alle ore 16, presso la chiesa di Santa Maria Canale, il pomeriggio è iniziato con una breve introduzione da parte del Gruppo che ha descritto le tappe della Lectio: proclamazione della Parola, ascolto del commento, meditazione, condivisione in gruppi, ora- zione e l’agire evangelico.

Dopo aver salutato con affetto tutti i presenti, il vescovo ha affermato: «Quando ascoltiamo la Parola stiamo ascoltando Colui che è vivo e la cui voce risuona attraverso quel testo, non siamo discepoli di un libro, ma di un vivente, del Signore Risorto!». «Attraverso la lettura del brano ognuno ha la possibilità di entrare in comunione di amore con il Signore – ha aggiunto – per poi effettuare alcune annotazioni personali».

Iniziando l’analisi del passo evangelico, Mons. Marini ha evidenziato come nel testo di Matteo Gesù inizia il suo ministero pubblico dopo aver saputo che Giovanni era stato arrestato.

Un dettaglio non semplicemente cronologico, ma che vuole trasmettere come nella sorte di Giovanni c’è la prefigurazione di quella di Gesù. Di seguito Matteo riferisce che Gesù si ritirò nella Galilea e andò a Cafarnao: anche questa precisazione, che sembrerebbe puramente geografica rivela come il cammino del Messia inizia in quella che, secondo il senso comune dell’epoca, era la periferia un po’ disprezzata. Matteo fa ricorso alla profezia di Isaia secondo la quale il Messia sarebbe venuto dalla Galilea delle genti, come a dire “ecco la prova che Gesù è il Messia”. Un altro elemento fondamentale è che l’annuncio di Gesù si caratterizza per una particolare concisione: “Convertitevi, il Regno di Dio è vicino”. Non c’è una spiegazione su co- me ci si accede, ma soltanto l’indicazione che sta arrivando e un imperativo di tipo morale. Nel Vangelo, poi, si capirà che cosa significa che il Regno di Dio viene e che cosa vuol dire farne parte. Ciò che segue è già spiegazione del primo annuncio: la chiamata dei primi discepoli, che avviene in una situazione di vita quotidiana. L’appello di Dio, infatti, raggiunge l’uomo nell’ordinarietà della vita. Mons. Mari- ni, parlando della chiamata, ha mostrato le similarità e le differenze tra quella dei primi Apostoli e quella di Eliseo da parte del profeta Elia che è presente nel Primo Libro dei Re.

Con Gesù l’iniziativa è sua: Egli vide, disse, chiamò; è Gesù che trasforma in discepolo, cioè in colui che deve seguire qualcuno. Pietro e Andrea prontamente, lasciano le reti e il loro lavoro; Giacomo e Giovanni abbandonano la barca, ciò che possiedono di materiale e anche il loro padre e i loro affetti, facendo diventare Dio, il Tutto della loro vita, l’unica persona, per cui vale veramente la pena lasciare tutto per inserirsi in un cammino dinamico di sequela. L’ultimo tratto essenziale illustrato è la missione: la corsa verso il mondo. Come ha spiegato il vescovo, si sta con Lui per andare in mezzo al mondo per testimoniare. Parola e azione sono le due colonne della vita cristiana e della Chiesa. Mons. Marini ha lasciato alla numerosa assemblea alcuni flash di riflessione per il proseguimento della meditazione personale, ponendo alcuni interrogativi: come il Signore sorprende la mia vita e dove? L’incontro con Gesù mi mette in cammino e la mia fede cresce lungo questo cammino? Dilata il mio cuore? Desidero condividere con tutti la gioia dell’incontro con Gesù?

Alla fine della profonda riflessione, i responsabili dell’Apostolato Biblico hanno suddiviso i partecipanti in piccoli per permettere la condivisione di quanto la Parola ha fatto risuonare in ciascuno. Tutti hanno poi preso parte alla celebrazione eucaristica e al termine si è svolto un momento di agape fraterna concluso con l’arrivederci a un prossimo incontro di Lectio Divina.

Mario Merendi

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