Beato Contardo Ferrini

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Contardo Ferrini, che la Chiesa venera come Beato e ricorda il 17 ottobre, è stato un accademico e giurista italiano. Nacque a Milano il 4 aprile 1859, in pieno Risorgimento. Educato in una famiglia religiosa, chiamato Contardo in onore del patrono di Broni, paese di cui era originaria la madre, si dimostrò vivace e attento nello studio. Si laureò a soli 21 anni, nel 1880, in Giurisprudenza a Pavia, con una tesi sul contributo alla storia del diritto penale dei poemi di Omero ed Esiodo. Fu alunno e poi docente dell’Almo Collegio Borromeo. A Pavia risiedette per un breve periodo a Palazzo Cornazzani, dove già aveva abitato Ugo Foscolo e che fu poi la casa di Albert Einstein e Ada Negri e fu allievo e successore nella cattedra di diritto romano, di Alessandro Nova, anch’egli prove- niente dal Collegio Borromeo.

Negli anni universitari manifestò una fede salda e capace di affrontare le derisioni dei compagni. Dagli studi passò all’insegnamento universitario. Divenne uno dei maggiori romanisti del suo tempo. Dopo la borsa di studio all’Università di Berlino, nel 1883 conseguì la libera docenza in diritto romano, prima all’Università di Pavia, poi nel 1887 a Messina, nel 1890 a Modena, ritornando a Pavia nel 1894 dove restò fino alla morte. Fu un docente competente, chiaro e pieno di passione; di cultura profonda, spaziò dal diritto alla filosofia, dalla glottologia alla letteratura. Si distinse anche per il suo carattere amabile e fraterno.

Rimasto celibe, sosteneva di avere sposato la scienza. Alla docenza, Contardo seppe unire l’impegno politico e sociale: fu consigliere comunale di Milano per quattro anni, partecipando al tempo stesso alle attività caritative delle Conferenze di san Vincenzo. Apparteneva al Terz’Ordine Francescano. L’Università Cattolica del S. Cuore lo considerò un precursore e un maestro. Nell’estate del 1902, mentre si trovava in villeggiatura a Suna, sul lago Maggiore, contrasse il tifo, bevendo a una fontana infettata e morì il 17 ottobre a soli 43 anni. È stato beatificato da Pio XII nel 1947 e proposto come «il modello dell’uomo cattolico dei nostri giorni».

Nella diocesi di Pavia la sua memoria si celebra il 6 novembre. I suoi resti mortali riposano nella cripta dell’Università Cattolica a Milano, tranne il cuore, venerato presso la parrocchiale di Suna dal 1942.

La sua vita, interamente dedicata alla scienza, non presenta tratti miracolistici ed eclatanti, eppure Pio XI, affermò che «parve quasi miracolo la sua fede e la sua vita cristiana, al suo posto e nei tempi nostri».

Daniela Catalano

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