Nessun fiore per una mamma

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Di Ennio Chiodi

“Son tutte belle le mamme del mondo quando un bambino si stringono al cuor”. Era il 1954 e Gino Latilla e Giorgio Consolini vincevano il Festival di Sanremo con questa canzone-filastrocca, retorica quanto basta ma altrettanto figlia del tempo. Si era usciti da poco dall’orrore della guerra e dallo sterminio di milioni di giovani e giovanissimi, di intere generazioni di figli. Si ricominciava, anche in Italia, in quegli anni attorno alla metà del secolo; si ripartiva verso un futuro necessariamente più giovane con l’entusiasmo che scac- ciava la rassegnazione. Si facevano tanti bambini: il boom demografico avrebbe anticipato e fornito le basi per quello economico. Li chiamano “baby booomer” – ci chiamano “baby boomer” – quelli venuti al mondo negli anni della crescita demografica tra la fine della guer- ra e la metà dei “Sessanta”. Il picco in Italia è stato registrato nel 1964 con oltre 1 milione di nati vivi e con un tasso di 2,7 figli per donna. Ogni mamma, cioè, aveva in media quasi 3 figli. Dopo il picco, la discesa, graduale e fisiologica per diversi decenni, improvvisa e drammatica negli ultimi tempi. Oggi abbiamo raggiunto il record negativo: 1,21 nascite per donna, poco anche rispetto alla media europea di 1,38. Le mamme italiane inoltre partoriscono in media più tardi: 31,8 anni rispetto alle media europea di 29,8. Nel “vecchio continente” – di nome e di fatto – le mamme più giovani e più numerose sono le bulgare con 1,81 nascite per donna. Seguono le francesi e le ungheresi. In fondo alla classifica troviamo le mamme spagnole e maltesi. L’umanità cresce di più altrove: negli Stati Uniti, ad esempio, con un tasso di 1,66 figli per donna. Molto meno di noi in alcuni Paesi dell’Asia orientale come Corea del Sud, Taiwan e Singapore. Le mamme del futuro sono africane: in Paesi come il Niger, il Mali, la Repubblica Democratica del Congo ognuna mette al mondo più di 6 figli. La popolazione potrebbe aumentare in alcune zone di quel Continente del 150% del 2020 al 2050, nonostante un terribile rovescio della medaglia. Quasi la totalità delle morti di neonati e delle loro mamme (il 98/99 %) si verifica nei Paesi più poveri come quelli dell’Africa subsahariana, che dipendono struttu- ralmente dagli aiuti delle Organizzazioni internazionali. Proprio quelli che alcuni Paesi fortunati vogliono ridurre drasticamente come gli Stati Uniti del presidente Trump. Nel giorno in cui festeggiamo tutte le mamme, una di loro ha perso tre piccoli. Erano in fuga dalla fame e dalla disperazione, a bordo di un gommone alla deriva nel Mediterraneo. È bella, quella mamma, come tutte le mamme del mondo, ma per lei non ci sono stati baci e abbracci né fiori e regalini.

enniochiodi [at] gmail.com

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