La produzione del “Crodino” potrebbe diventare novese

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L’aperitivo “biondo” da Crodo a Novi Ligure?

NOVI LIGURE – Il suo segreto sta nel gusto unico e stuzzicante, ottenuto grazie all’infusione di erbe, chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo e noce moscata, lasciati riposare in botti di rovere per sei mesi, al fine di conferirgli il peculiare sapore amaro.

Ottenere un “biondo” così non è stato affatto semplice, ecco perché la sua ricetta è tutt’ora sconosciuta ai più e custodita a Crodo località dell’alto Piemonte nella quale il “biondo” viene prodotto ed imbottigliato fin dal 1964. A questo punto tutti avranno riconosciuto nel “biondo”, il “Crodino” un aperitivo analcolico commercializzato inizialmente con il nome di “Picador”, poi modificato in “Biondino” e poi definitivamente in “Crodino” il 14 luglio 1965.

Uno degli stabilimenti nel quale viene imbottigliato è quello di Crodo (da cui il diminutivo usato come nome), nel Verbano-Cusio-Ossola.

Dal 1995 il marchio “Crodino” è diventato di proprietà della “Campari Group”.

L’azienda successivamente nel 2017 ha venduto la fabbrica, ma non il marchio, ai danesi della “Royal Umbreon” produttori della birra Ceres, con la clausola di lasciare attivo lo stabilimento di Crodo solo fino a dicembre 2020 e la volontà di trasferire la produzione dal 1° gennaio 2021 senza alcuna possibilità di rivedere gli accordi del 2017.

Il piano industriale della cessione dello stabilimento prevedeva che per tre anni si sarebbe mantenuta la produzione del Crodino in Ossola che puntava a mantenere la tenuta occupazionale. Tre anni sono passati.

E la produzione del Crodino dovrebbe cessare a dicembre 2020 per essere trasferita probabilmente nello stabilimento Campari di Novi Ligure.

«Sono 80 i dipendenti nello stabilimento di Crodo e per il momento non è stata presentata nessuna lista esuberi ai sindacati – sostiene il sindaco Ermanno Savoia – dobbiamo fare di tutto perché una produzione che lega il suo nome al territorio, il “Crodino”, non emigri verso altri stabilimenti». Intanto, però, a gioirne questa volta sarebbe la cittadina novese, una boccata di ossigeno grazie al “Biondo aperitivo, zero impegnativo”.

Vittorio Daghino

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