Come fai, sbagli

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

È assodato che nel rapporto tra genitori e figli adolescenti sia in vigore la norma in base alla quale i ragazzi, a priori, contraddicano gli adulti su tutti i fronti, fino ad arrivare a situazioni che rasentano il paradossale: può infatti accadere che, davanti a un modello di abito che si era ammirato insieme su una rivista, al momento dell’acquisto il labile accordo si dilegui, polverizzato da un esplicito: «No, non mi piace».

Questa prassi si ripete in moduli più o meno identici in molti aspetti della vita quotidiana: ecco alcune situazioni sulle quali sembrava essere stato stilato tra madre e figlia un chiaro accordo di non belligeranza: «Mi raccomando, visto che stai a Firenze 4 giorni con i tuoi amici, manda almeno qualche messaggio per dimostrare che sei viva. Io ti chiamo solo alla sera, non voglio fare la mamma chioccia ed essere assillante, ma fatti sentire tu» «Va bene, ma se ci messaggiamo durante il giorno è inutile che mi chiami alla sera. Se ci fosse qualche problema, stai tranquilla che ti telefonerò subito». Entrambe le parti si attengono scrupolosamente a quanto pattuito, ma con un risultato finale inatteso: «Che brutta figura mi hai fatto fare con i miei amici! Io ero l’unica alla quale i genitori non telefonavano mai: gli altri ricevevano chiamate almeno due volte al giorno, io niente: sembravo una povera orfanella abbandonata!»

La sinfonia non cambia in un’altra contingenza. «Ho letto sul registro elettronico che ci si può prenotare per i colloqui individuali con i professori: devo iscrivermi con qualcuno in particolare? C’è qualche problema o difficoltà dei quali dovrei essere al corrente?» «Ma cosa vuoi andare a disturbare i proff. nei colloqui online! Non li vedi i voti? Non c’è nessun problema, va tutto bene. Lascia tranquilli gli insegnanti: saranno presi d’assalto dai genitori del biennio. Poi la modalità da remoto è tristissima: hanno a disposizione 5 minuti per ogni genitore, cosa vuoi che ti dicano? Vuoi per caso fare la mamma paranoica che in quarta liceo va ancora a chiedere come si comporta la sua bambina?» Ci siamo quindi adagiate sulle molli piume della concordia apparente, salvo scontrarci poi con l’amara realtà: «Naturalmente ti sei dimenticata che ieri ci sono stati i colloqui generali! I genitori dei miei compagni hanno chiesto tutti udienza, i proff. avranno pensato che non ho famiglia, ma vivo in autogestione!» «Certo, come Remì senza famiglia! Sei stata tu a dirmi di non prenotarmi! Proverò a rimediare, se qualche insegnante inserisce ancora un colloquio». Tuttavia nemmeno i tempi di recupero hanno condotto all’armistizio: «Io ho parlato con la prof. che mi hai indicato tu, ma mi ha chiesto in bel modo che cosa volessi e perché avessi fissato il colloquio! Ma che figure mi fai fare?»

silviamalaspina@libero.it

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