Annegati nella burocrazia
Di Ennio Chiodi
“Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo”. Il comma 22, citato nell’omonimo romanzo del 1961 di Joseph Heller, è un paradosso letterario e paradigmatico che fa riferimento alle norme che regolamentavano l’attività dei piloti americani impegnati nei bombardamenti in Italia durante la seconda guerra mondiale. Una regola mai scritta nella realtà, che rende tuttavia l’idea della follia della guerra, della logica perversa che la ispira, delle “leggi” grottesche di una burocrazia militare fine a se stessa, capace di produrre avvitamenti tanto assurdi quanto drammatici. Viviamo quotidianamente, in Italia più che altrove – di questi tempi– l’esasperazione di un’ordinaria burocrazia invadente e testarda: spid, codici, call center eternamente occupati o disertati, Inps, patronati, motorizzazione civile, duplicati e documenti… Che pazienza! E quante sgradevoli sorprese! Ne sa qualcosa Saverio Amato, siciliano, 44 anni, da decenni bagnino sui litorali dell’Adriatico. Sulla spiaggia di Ca’ Savio, nel veneziano, non ha esitato un attimo a gettarsi in mare per salvare da annegamento certo una turista straniera di 70 anni in difficoltà. Lo aveva già fatto tante volte. Tre anni fa aveva ricevuto un encomio solenne per il coraggio dimostrato in analoghe circostanze. Nella concitazione del momento, però, ha dimenticato di informare la Capitaneria di Porto di Cavallino-Treporti. Era stato allertato il 118, per gli interventi sanitari, ma non il 1530, competente – da regolamento – per i “gravi pericoli in mare”. Del resto, avrà pensato Saverio, la signora l’aveva già salvata lui e l’intervento della competente Guardia Costiera sarebbe stato ormai superfluo. Non l’hanno presa bene in Capitaneria. Gravissima violazione delle regole o piuttosto lesa maestà? Sta di fatto che Saverio si è visto recapitare una multa di ben 1.032 euro, quasi l’intero suo stipendio. La famiglia della turista, sgomenta, si è offerta di pagare la contravvenzione per mancata comunicazione, ma il bagnino e i suoi colleghi hanno rifiutato, per dignità: la loro dignità e quella di un Paese che spesso non la merita. La burocrazia segue il suo corso, inesorabile, facendo della autoreferenzialità la ragione stessa della sua esistenza o della sua sopravvivenza. Simone probabilmente non aveva approfondito lo studio del sociologo tedesco Max Weber. Eravamo ai primi del ’900 quando sosteneva che “il funzionario inserito nel meccanismo burocratico si sente al sicuro e permette all’apparato gerarchico di controllo di perpetuarsi, perpetuando, allo stesso tempo, il potere che viene esercitato dall’alto in basso”.enniochiodi@gmail.com