«Salvate la casa dei salesi»

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Uno spazio comune che ora non c’è più: la Soms è per Sale un pezzo di storia, dove un tempo si tenevano concerti (sono passati di qua Patty Pravo e Lucio Dalla), incontri, spettacoli. Adesso ha bisogno d’aiuto. In molti – a partire dalla compagnia teatrale “I Grani di Sale” – hanno lanciato un appello

Da Patty Pravo a Lucio Dalla, dalla Formula 3 al gruppo rock progressive Van der Graaf Generator (questi ultimi nel 1972 fecero quattro concerti in Italia, di cui uno a Sale), da Luciano Taioli ad Achille Togliani, ma anche feste di leva e ricorrenze cittadine: la Soms di Sale apre la valigia dei ricordi e, nel ripercorrere il suo glorioso passato, lancia un grido d’aiuto per tornare ad essere il polo di aggregazione del paese.

La struttura di via Piave è tra le più vecchie d’Italia e ha bisogno di essere rimessa in sesto: inaugurata nel 1856 e costruita poi ex novo, poco distante, nel 1861, la Soms ha vissuto tempi d’oro ed è diventata la “casa dei salesi”, che si davano appuntamento non solo per ascoltare musica, ma anche per partecipare a dibattiti e convegni di varia natura. Questo patrimonio storico poco conosciuto, nato per sopperire alle carenze dello stato sociale e aiutare così i lavoratori a darsi un primo apparato di difesa, venne chiuso in periodo mussoliniano, per poi tornare a splendere nel dopoguerra.

«Chi ha vissuto gli anni ’60 e ’70 – racconta Pierluigi Villa, presidente Soms – ricorderà che veniva utilizzata anche come cinema, con una capienza fino a 1100 persone. Una decina d’anni fa abbiamo organizzato eventi che hanno portato in sala fino a 500 persone, come nel caso dei concerti per l’organizzazione non governativa Amref, in memoria del nostro concittadino Denis Bortoletto, medaglia d’argento al valore civile che, dopo aver salvato in mare un turista alle Seychelles, non ce l’ha fatta ed è annegato».

Uno spazio come quello della Soms di Sale può accogliere più mondi: qui si sono esibiti fino a non molto tempo fa gli alunni delle scuole con i loro saggi di fine anno e qui hanno trovato casa le stagioni teatrali della compagnia de “I Grani di Sale”, che ad oggi non possono esprimersi nei loro spettacoli poiché la sala della Soms è stata dichiarata inutilizzabile al di sopra delle cento persone.

«Il che significa inagibile. – ha spiegato il regista Davide Sannia, che ha lanciato una raccolta fondi sui social proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul presente incerto ma non irrecuperabile di questa storica struttura – Servono 25.000 euro per renderla a norma, da impegnare nell’adeguamento degli impianti elettrici e in tutto quello che ha a che fare con le normative antincendio. Per il resto la Soms è sana, ma il vincolo posto fa sì che la nostra compagnia si debba esibire nel foyer. Chiediamo aiuto affinché quest’edificio possa tornare a ospitare gli eventi che si merita».

E mentre “I Grani di Sale” stanno rivoluzionando in questi giorni il foyer del teatro “Sociale” proprio per avere più spazio in vista del primo spettacolo in cartellone a gennaio, il pensiero va nel frattempo agli studenti salesi che, invece, sono costretti a portare le proprie performance in altri luoghi. «Quando sono entrato io – ricorda l’ottantenne Angelo Cattaneo, tesoriere della Soms – abbiamo costruito tutto il muro di cinta esterno che vedete oggi. Per il centenario dalla nascita era venuta la cantante Jolanda Rossin, mentre per il centocinquantesimo anniversario fu allestita una grande mostra, con tanto di sfilata e gonfaloni per la via principale del paese. Ai tempi c’erano parecchi volontari: servirebbe qualche giovane che avesse voglia di darci il cambio».

L’Amministrazione comunale dà un contributo annuale per coprire le spese di luce e gas di quella che è, di fatto, una struttura privata ma che, erogando servizi per la comunità, viene sostenuta per quanto di sua competenza da palazzo Manzoni. «La comunità di Sale non ha una sala polifunzionale – ha concluso il sindaco Lazzarina Arzani – e siamo consapevoli del valore della Soms.

Cercheremo di aiutarla con contributi tramite convenzione, ma i fondi necessari per l’intervento di cui necessita devono arrivare da altre strade».

Alessandra Dellacà

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