Lo studio di Alberto Arbasino a Casa Gallini

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Donata alla città di Voghera la raccolta di libri della dimora milanese dello scrittore

VOGHERA – Voghera non dimentica, anzi, valorizza uno dei suoi “figli” che è diventato famoso nel mondo. Stiamo parlando di Alberto Arbasino: entro la primavera all’interno di Casa Gallini sarà ricostruito il suo storico studio. Il progetto, che si sta per concretizzare, è stato portato avanti dal sindaco Paola Garlaschelli e dall’assessore alla Cultura Carlo Fugini. «L’allestimento è volto a ricordare la figura dello scrittore che con la sua sensibilità e la sua intelligenza ci ha condotto nel ’900. – afferma la Garlaschelli – Gli eredi hanno donato alla città la sua raccolta di libri della casa milanese e una sua poltrona, nonché alcune stampe e quadri. L’idea è quella di ricreare la sua biblioteca e di costruirvi attorno un piccolo museo dove sarà possibile conoscere e comprendere la cifra stilistica di uno scrittore che ha attraversato il Novecento. Alberto Arbasino è stato tra i maggiori e i più influenti intellettuali italiani, mente vivace e brillante, autore di grande umorismo, coltissimo, creativo, fantasioso, osservatore dei costumi e vizi degli italiani. Penna ironica e pungente, a lui si devono espressioni quali la “casalinga di Voghera” e la “gita a Chiasso”».

La donazione consiste in circa 3500 pezzi tra cui molti romanzi, alcune centinaia di dischi di musica classica con relativi libretti, 200 volumi circa d’arte e numerosi libri e cataloghi di mostre e concerti. Una parte consistente di questo patrimonio culturale è stato donato al Comune di Firenze presso il palazzo Corsini Suarez. Ma l’intenzione dell’Amministrazione comunale di Voghera è anche di trasformare Casa Gallini in un polo culturale per tutto il territorio oltrepadano. «Lo studio Arbasino diventerà un importante punto attrattivo culturale per una città che ha tanto da offrire. – conclude il sindaco – Alberto Arbasino, scomparso il 22 marzo del 2022, era nato a Voghera il 22 gennaio del 1930 e per lavoro si era trasferito a Milano. Figlio di Edoardo Arbasino e Gina Manusardi, fu il primo di tre fratelli: Mario e Massimo, mancato in giovane età. Studiò al Regio Liceo-Ginnasio».

Mattia Tanzi

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