Beata Enrichetta Dominici

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La Beata di questa settimana, di cui si fa memoria il 21 febbraio, è Enrichetta Dominici, la religiosa che accrebbe la congregazione delle suore di Sant’Anna, sorta nel 1834 a Torino per iniziativa di Carlo Tancredi e Giulia Colbert, i marchesi Falletti di Barolo.

Nacque il 10 ottobre 1829 a Borgo Salsasio di Carmagnola, in una famiglia di campagna e fu battezzata con il nome di Caterina. Aveva quattro anni quando il padre se ne andò e di lui non si seppe mai più nulla. Madre e figli andarono a vivere con lo zio sacerdote a Borgo San Bernardo, vicino a Carmagnola. Caterina formò il suo carattere, improntato a una profonda religiosità.

Vivendo in una canonica iniziò presto a leggere libri religiosi, soprattutto le vite dei santi. Elesse sua patrona santa Caterina da Siena e sentì, come lei, di voler “essere monaca a ogni costo”. Dovette, però, attendere cinque anni per vedere avverato il suo sogno. Nel 1848 la famiglia si trasferì a Carmagnola. Due anni dopo, finalmente, nel novembre 1850, ottenne il permesso di farsi religiosa, tra le Suore di S. Anna. La ragazza fu ricevuta nel ricco Palazzo Barolo di Torino dalla stessa fondatrice, la Marchesa Giulia, che le suggerì di prendere il nome della sua nipote preferita: Maria Enrica. La Casa Madre sorgeva a pochi passi dal santuario della Consolata.

Suor Enrichetta (come la chiamavano tutti) fece la professione per la festa di Sant’Anna del 1853. Nel 1854 fu mandata a Castelfidardo, poco distante dal Santuario di Loreto. Un anno dopo il suo arrivo, in città scoppiò un’epidemia di colera e toccò con mano la miseria u-mana davanti alla morte e alla sofferenza. Nel 1858 rientrò a Torino sempre come maestra delle novizie mentre era ormai evidente il dissidio tra la fondatrice e la prima superiora della Congregazione. Nel luglio 1861, dopo l’intervento della Santa Sede, a succederle, a solo 32 anni, fu designata proprio Enrichetta. Rimase alla guida della congregazione fino alla sua morte, per ben 33 anni, portandola a uno sviluppo eccezionale. Fondò una trentina di case in Italia. Nel febbraio 1871 partirono sei suore per l’India e nell’ottobre 1879 andò di persona a Secunderabad, a visitare la prima casa dell’istituto. Il 14 luglio 1884 fu ricevuta in udienza da Papa Leone XIII. Fu consigliera di san Giovanni Bosco nell’istituire la Regola delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Affabile e gentile, era riservata e di poche parole. Fu colpita da un carcinoma al seno che manifestò quando ormai era incurabile.

Dalla fine del 1893 non poté più alzarsi dal letto ma continuò a guidare l’Istituto. Morì il 21 febbraio 1894, a 64 anni.

Fu beatificata da Papa Paolo VI il 7 maggio 1978.

Daniela Catalano

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