Autotrasportatori preoccupati per la viabilità

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I problemi per la chiusura della rotonda “ex Liebig” sono al centro di un acceso dibattito

TORTONA – La chiusura del cavalcavia che collega la rotonda “ex Liebig” con la strada statale per Genova preoccupa gli autotrasportatori che non sono soddisfatti della decisione presa dall’amministrazione comunale circa la viabilità per i mezzi pesanti, ai quali non viene concesso il transito nelle vie interne alla città, al fine di non congestionare il traffico e a causa dei rischi emersi durante le prove di carico effettuate sui ponti sull’Ossona. Dal 16 giugno, data di avvio dei lavori, per i mezzi pesanti provenienti dalla zona sud l’unico modo per raggiungere l’autostrada sarà l’accesso al casello di Serravalle Scrivia, con conseguenti aggravi di costi e tempi. «Un’azienda di 50 automezzi perde 2.500 euro al giorno e, calcolando 200 giorni, si arriva a 500.000 euro. Ci sono ditte che occupano 250-300 lavoratori. Se la prospettiva è quella di perdere 2 milioni di euro e posti di lavoro, presumo che si percorreranno vie legali»: ha detto il segretario provinciale Fai, Giorgio Guaraglia, in una riunione che si è svolta in prefettura su richiesta dell’associazione di categoria. Il sindaco Federico Chiodi ha ribadito che la decisione sulla viabilità non è stata presa a cuor leggero dall’amministrazione comunale: «Abbiamo il dovere e la responsabilità di trovare la soluzione che comporti il minor danno per tutti, anche per quelle aziende che rappresentano una parte importante del tessuto economico cittadino e che garantiscono, fra l’altro, numerosi posti di lavoro. Non riteniamo che le aziende di autotrasporto debbano essere lasciate al loro destino. Per noi, la priorità rimane sempre quella di salvaguardare sia la salute dei cittadini, sia il lavoro e l’economia della nostra città. Per questo motivo abbiamo valutato tutte le possibili opzioni, purtroppo con esiti negativi. L’intervento non può essere ulteriormente procrastinato per la sicurezza di tutti ed occorre eseguire i lavori nei mesi estivi».

Stefano Brocchetti

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