La signora Maffi di Boccioni arriva a Tortona

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La tela è stata acquistata dalla pinacoteca “ilDivisionismo” ed esposta nella sala “Ritratti”

TORTONA – Da alcuni giorni, alla Pinacoteca “ilDivisionismo” è arrivato un nuovo quadro di notevole pregio. Si tratta di un recente acquisto intitolato La signora Maffi. Una maestra di scena (nella foto), un’opera chiave della fase divisionista di Umberto Boccioni, realizzata nel 1909. Il dipinto, emblema del passaggio dell’artista dal divisionismo alle prime tensioni espressioniste e futuriste, è entrato a far parte della collezione permanente della pinacoteca allestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. «L’ingresso nella collezione di questa importantissima opera di Boccioni permette di documentare in maniera ancora più approfondita le influenze della tecnica pittorica divisionista sui protagonisti della rivoluzione futurista. Il fortuito incontro artistico con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” ha dato vita ad una preziosa collaborazione pluriennale per il fondamentale sostegno alla ricerca scientifica» come ha spiegato il presidente della Fondazione, Pier Luigi Ro- gnoni. Nel 2005, l’istituto è stato il beneficiario di una generosa donazione di opere d’arte da parte del professor Giuseppe Mattioli, con l’intento di supportare la ricerca del Dipartimento di Oncologia, tramite la Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus. Nel gennaio 2025, l’opera è stata acquisita, grazie a una generosa donazione, dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Tortona, andando ad arricchire la prestigiosa collezione e fornendo con i proventi il supporto alla ricerca scientifica. L’opera di Boccioni si aggiunge a Il cammino dei lavoratori di Giuseppe Pellizza da Volpedo, studio preparatorio del celebre Quarto Stato, recentemente acquisito. Con queste due nuove opere, la pinacoteca tortonese rafforza il suo ruolo di riferimento per lo studio e la valorizzazione dell’arte italiana del periodo tra Otto e Novecento e delle avanguardie del primo Novecento. Il quadro di Boccioni appartiene al filone della ritrattistica italiana che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, si emancipa dalle convenzioni accademiche, liberandosi dagli obblighi di rappresentanza sociale e aprendo nuovi spazi per l’espressione personale e psicologica. Nell’opera la figura emerge con forza plastica da una composizione ravvicinata, costruita attraverso la luce e il colore. Il volto assorto della protagonista, interpretato con sensibilità cromatica e tensione emotiva, segna già il passaggio di Boccioni verso le prime ricerche espressioniste e futuriste. La Pinacoteca, nei pressi di piazza Duomo, ospita 145 opere dei principali maestri divisionisti. L’allestimento è stato da poco rinnovato in sale tematiche suddivise tra i principali esponenti del divisionismo (Segantini, Morbelli, Previati, Balla, Boccioni, Longoni, Nomellini, Cominetti e Fornara) e vanta un nucleo di 20 opere di Pellizza.

Stefano Brocchetti

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