Verità e amore per comunicare il bene

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La Messa per San Francesco di Sales. Poi il vescovo visita i due giornali della città di Tortona

TORTONA – «Nella vita di un giornalista deve essere sempre presente il binomio verità e amore: verità nell’amore e amore nella verità significa realizzare una professione buona che edifichi i singoli e le comunità, che si inserisca nella realtà personale e collettiva come qualcosa di veramente buono che aiuta il cammino di tutti».

Questa l’esortazione che Mons. Guido Marini ha rivolto agli operatori della comunicazione della Diocesi, in occasione della festa di san Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa. Per la prima volta l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Tortona, diretto da don Paolo Padrini, ha invitato i giornalisti a partecipare alla S. Messa presieduta dal vescovo nella chiesa di San Michele a Tortona, in onore del santo che da un secolo è patrono di quanti si occupano dell’informazione.

All’inizio è stato proprio don Padrini a rivolgere il suo saluto al Pastore diocesano e a quanti sono giunti in rappresentanza di varie testate del territorio. Dopo i ringraziamenti, ha ricordato quello che sarà il tema del Messaggio per la 57^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si terrà il 21 maggio: «Parlare col cuore. Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15). «Parlare e ascoltare con l’orecchio del cuore – ha detto – significa, dare voce alla speranza che abita nei cuori dei credenti cercando, con atteggiamenti pacifici, di vivere la comunicazione nello stile della comunione e della fraternità. La cultura dell’incontro, in un tempo caratterizzato anche dal cammino del Sinodo, dovrà favorire uno stile di compartecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo».

Nell’omelia il vescovo ha ricordato quanto scriveva di sé san Francesco di Sales: “Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore”.

Queste parole, infatti, sono importanti non solo nella vita personale, ma anche in quella lavorativa.

«Non ci può essere professione, – ha detto – anche nel campo dell’informazione, che rimanga fuori dalla verità e dall’amore. Pena una professione che non fa bene, che non edifica, che non promuove il bene autentico dell’uomo e il bene della nostra società». Il giornalista e l’operatore della comunicazione sociale che mette la parola al centro del suo lavoro, «non può dimenticare che questa dovrà essere «sempre parola di verità non di menzogna e parola di amore e non di odio».

Ha esortato, infine, gli uomini e le donne che informano a non dimenticare mai coloro che ogni giorno raggiungono diventando per loro sempre uno «strumento autentico di verità e di amore: di verità nella carità e di carità nella verità».

Al termine della celebrazione Mons. Marini ha salutato personalmente i giornalisti che hanno accolto l’invito e si è recato in visita nelle redazioni delle due testate della città: Settegiorni e Il Popolo.

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