La pesca e l’idea di famiglia

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di MARIA PIA E GIANNI MUSSINI

Uno dei film cult nella storia della nostra e di molte altre famiglie è sempre stato Il cowboy con il velo da sposa, un bellissimo evergreen prodotto dalla Disney nel 1961 (e replicato quarant’anni dopo in una versione meno scintillante). I nostri figli, anche grandicelli, rimanevano incollati allo schermo tutte le volte che lo passavano in Tv. Così i figli di diversi nostri amici, di ogni opzione ideale e ideologica… La storia è quella di due gemelline, identiche, figlie di genitori separati: la mamma vive nell’Est degli Stati Uniti, più civilizzato ed “europeo”; il padre nell’Ovest, rustico e ruspante. Lei, una splendida Maureen O’- Hara, è attenta alle forme e alle buone maniere; lui (Brian Keith) è tutto in quel cappellaccio da cowboy che tiene in testa h24… Alle soglie dell’adolescenza, le due gemelline – senza aver mai conosciuto i genitori – vivono una con la mamma, l’altra con il papà e ne hanno ereditato i modi. Però un’estate finiscono nello stesso campeggio… Ci mettono poco a capire che sono gemelle. Ed ecco scattare il piano diabolico o angelico: finite le vacanze, torneranno a casa ma a parti invertite. Susan va a Boston dalla mamma; Sharon in California dal padre, il quale intanto sta per sposare una giovane ambiziosa che mira soprattutto al conto bancario del futuro marito. Le gemelline riescono a combinare un incontro dei genitori, tra i quali torna a divampare la vecchia fiamma… Non per caso nella produzione filmica americana esiste un fortunato target “family” (come del resto si chiama uno dei canali Sky). Qualcosa di male? Diremmo di no. Ci sono molti single, per scelta o meno; ci sono i divorziati; soprattutto, c’è la libertà di sposarsi o no. Però c’è anche la proposta, alta e non giudicante, di una famiglia composta da un padre e una madre che, con le inevitabili difficoltà quotidiane, vivono in modo passabilmente sereno con i loro bambini, aiutandoli a crescere. A questo abbiamo pensato vedendo – come tutti – il geniale spot di Esselunga sulla bambina, figlia di genitori separati, che dona al papà «da parte della mamma» una pesca appena acquistata al supermercato. Ripetiamo ancora: qualcosa di male? Ricordiamo che la stessa legge sul divorzio prevede da parte del giudice un “tentativo di conciliazione”, a meno che non fossero ipocriti i suoi ideatori (cosa che escludiamo). A maggior ragione è pensabile che un analogo tentativo lo faccia un figlio, che vuole bene alla mamma come al papà. Una postilla. Naturalmente su questa faccenda si sono buttati a capofitto i politici con i loro corifei, facendoci per lo più una magra figura. Ma forse, come commenta sul Foglio Giuliano Ferrara, il vero problema è che “la bambina Esselunga sa stare al mondo appena un po’ meglio dei suoi smarriti genitori”. Giusto, e non ci pare uno scandalo.

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