Dinosauri al museo

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di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Arriviamo a Londra in una giornata di nuvole e sole. L’hotel scelto è in un bellissimo quartiere. Complice il modesto fuso orario abbiamo a disposizione un’ora in più e decidiamo di esplorare la zona. Scopriamo che lì vicino c’è l’imponente Museo di Storia Naturale. L’edificio, anche solo visto da fuori, mi incanta. Ha quella magnificenza “vittoriana” con mattoni rossastri che per un gioco di luci, appare in tutta la sua bellezza. Scopriamo con sorpresa che l’ingresso è gratuito e quindi cogliamo l’occasione. Varcata la soglia, si staglia ai miei occhi un gigantesco scheletro appeso di non so quale essere preistorico, ma ciò che mi colpisce di più è l’architettura. Ricordando l’ultimo museo di Storia Naturale visitato a New York, dove passai la giornata a leggere di ogni osso o dente esposto, al secondo fossile decidiamo amorevolmente che i nostri percorsi si possono dividere. Lui adora tutto quanto riguarda i dinosauri, io posso sopravvivere senza. Inizia la mia esplorazione che definirei casuale e osservo bimbi e adulti estasiati, coppie che fanno selfie, studiosi, famiglie che cercano di non perdere i figli tra sale e corridoi. Riscopro con orgoglio il mio rudimentale inglese, scatto foto a chi lo chiede e mi sento felice di riuscire a stare sola immersa in questa bellezza anche se non padroneggio così bene la lingua. È bello che nello stesso luogo ognuno possa scrivere da regista la sua esperienza personale e portare nel cuore il proprio speciale ricordo.

arifer.77@libero.it

LUI

Arriviamo a Londra una fredda domenica di gennaio. Non conosciamo la città e quindi abbiamo scelto l’albergo un po’ a caso dopo una giornata trascorsa sul divano perdendoci tra le mille offerte dei siti di viaggi. Ci è andata bene: siamo a South Kensington e vicino a noi ci sono numerosi musei ospitati in maestosi edifici dell’epoca vittoriana. Affascinati dall’imponente facciata “neoromanica” (così dice Wikipedia), entriamo al Natural History Museum. Ci accodiamo alla folla di ogni età che sciama tra le sale ma, dopo qualche minuto, ciascuno per suo conto. E come al solito io sono fatalmente attratto dai dinosauri; in particolare non riesco a staccare lo sguardo dal gigantesco bacino di uno stegosauro che mi ipnotizza. Mi sono chiesto molte volte quale sia il motivo della mia attrazione per questi esseri, che mi ha portato a cercarli ovunque potessi trovarli (come al Field Museum di Chicago dove sono andato per vedere lo scheletro di un T-rex preferendolo a un corso di lavoro o al Museum of Natural History di New York dove ho trascinato per un giorno intero la mia povera moglie tra brontosauri e triceratopi) e che mi impedisce di cambiare canale ogni volta che appaiono su Focus o su Rai Scuola. Del resto, qual è il motivo dell’attrazione dei bambini per i dinosauri, che sono affascinanti e terrificanti allo stesso tempo? Ci sarà sicuramente una spiegazione psicologica o pedagogica ma francamente mi interessa poco: quel che conta è che lo stupore di me bambino non si è spento e mi fa gioire ancora.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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