Consumazione obbligatoria

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di SILVIA MALASPINA E CAROLINA MANGIAROTTI

Ci soffermiamo un’ultima volta sul nostro recente periodo di vacanza, per una riflessione, tra il serio e il faceto, sulla questione del “caro spiagge”. Essendo molto simili agli animali a sangue freddo, mal tollerando le temperature inferiori ai 20 gradi e amando assorbire i raggi ultravioletti al pari dei pannelli solari, le nostre mete per il relax estivo sono sempre state balneari, quindi, nel corso degli anni, abbiamo maturato una certa esperienza sul campo. Nell’estate 2023 abbiamo tradito, con un po’ di rammarico, il nostro amato Bel Paese nel quale, come è emerso da un’indagine del Codacons, le tariffe per una giornata in spiaggia con ombrellone, lettino o sdraio sono aumentate mediamente del +10-15%, con punte, in alcune zone, come il Salento, anche del +25% rispetto allo scorso anno, giustificate dagli stessi gestori come compensazione dei costi maggiori generati a loro carico.

La nostra esperienza sulla costa del Peloponneso è stata invece di tutt’altra natura: le spiagge sono per la maggior parte attrezzate, gli ombrelloni e i lettini standard sono “free”, con il solo obbligo di una consumazione al bar dello stabilimento, mentre i gazebo familiari con mega letto a 3 piazze, cuscini, puff, tavolino e altri ammennicoli si aggirano sui 20 euro al giorno. Inoltre, non appena si prende posto, si riceve come benvenuto una caraffa di acqua naturale con ghiaccio. Il divario appare evidente e lascia l’amaro in bocca: «È incredibile la differenza con le spiagge italiane! Io non conosco la normativa che regola le concessioni pubbliche agli stabilimenti balneari, però sono sbalordita: come è possibile che per un ombrellone e due lettini in una spiaggia nel parco marino tra Cogoleto e Varazze abbiamo speso 50 euro a luglio per un ingresso giornaliero feriale e qui si possa usufruire dei medesimi servizi consumando anche solo un caffè?» «Infatti quest’anno moltissimi italiani si sono diretti all’estero: l’Albania, in particolare, ha fatto il pienone! Ho visto un sacco di stories su Instagram di giovani in spiagge molto belle con un mare favoloso. Noi a Forte dei Marmi ci siamo svenate: a parte il costo assurdo per ombrelloni e lettini, al bar dello stabilimento ci hanno chiesto, per un piatto di prosciutto e melone, 15 euro! A quel punto ce lo siamo divise, ma non è ammissibile un comportamento di questo genere: è successo il 1° settembre, chissà quali saranno stati i prezzi in pieno ferragosto!»

La discussione avrebbe potuto avere maggiori approfondimenti, ma è stata interrotta dall’arrivo del capobranco: «Avete già ordinato la consumazione al bar? Non vorrete affogarmi nello yogurt come ieri? Ho visto girare una simpatica grigliata di gamberoni: dobbiamo ricambiare l’ospitalità greca consumando qualcosa di poderoso!» silviamalaspina@libero.it

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