Con parsimonia ma non troppo

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Parliamo spesso dei nostri viaggi, per altro sempre legati a questioni “in famiglia” (la nipotina in Germania, la terzogenita in Turchia, il maschio in Spagna). Viaggi che inevitabilmente costano.

E a soldi – qualcuno potrebbe chiedere – come sta la famiglia Mussini? Diceva Oscar Wilde che non ci sono domande indiscrete ma solo risposte indiscrete.

La nostra situazione, dunque, è questa. Due pensioni decenti (non di più, non di meno), qualche risparmio e una piccola eredità da parte, entrambi destinati ai figli. Insomma, siamo forse espressione di quella “società signorile di massa” illustrata da Luca Ricolfi in un suo recente libro.

Senza essere ricchi, non ci manca niente per coltivare quello che un nostro amico filosofo chiamava “edonismo povero”: piaceri semplici, abitudini sobrie, poche uscite dispendiose. Al ristorante di rado. I vestiti (sempre in saldo) durano anni. Niente sci, purtroppo per Gianni che non vuole risuscitare la sua ernia del disco; niente tennis (idem) o golf. Molte camminate, gratis e ovunque.

Bisogna aggiungere, dice Gianni, la tredicesima aggiuntiva data dalla rigorosa (eufemismo) amministrazione delle spese da parte di Maria Pia. Avevamo un macellaio, un altro Gianni, vero artista della carne; quando si andava da lui, però, bisognava chiedere le ferie perché, tra l’amore per la conversazione e quello per il suo lavoro, ci metteva ore a servirti… A Maria Pia insegnava quali parti scegliere per mangiare carne buona e a buon mercato. Alla fine l’allieva superò il maestro. Tanto che un giorno il Gianni macellaio le disse: «Lei è una cara ragazza, ma se tutti i clienti fossero così, io sarei rovinato.»

L’altra settimana è arrivata una email dal nostro supermercato di fiducia, che indicava il risparmio segnato dalla nostra carta fedeltà per il 2022: circa 1500 euro. Quasi una tredicesima, appunto. Frutto del sistematico acquisto di prodotti in offerta (su questi anche il Gianni marito è diventato uno specialista). E con 1500 euro si va a Istanbul almeno un paio di volte…

Nella nostra vita è sempre stato così, anche con i figli piccoli. Nei dieci anni del mutuo casa, furono loro ad accorgersi che non si andava più in quel negozio di abbigliamento dove si nascondevano dietro le tende dei camerini. E che in vacanza poteva bastare uno stanzone con bagno e magari cucinare qualcosa su fornelletti di fortuna (ma davanti alle Dolomiti o al Monte Bianco!). La televisione, poi, una sola, e il videoregistratore arrivò tardissimo.

Però per gite scolastiche, libri o iniziative formative i soldi c’erano sempre. Forse abbiamo anche un po’ esagerato, come ci ha fatto capire una volta la nostra Lorenza: mica facile, con le compagne che esibiscono il modello più glamour, far passare per Barbie una sua “sottomarca”. Ma si sa, i genitori qualche volta sbagliano, e anche questo è un insegnamento per i figli.

cantiamolavita@katamail.com

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