Una Sandra coraggiosa

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Di Silvia Malaspina

Cara la mia Alessandra, userò solo il tuo nome di battesimo per rispetto alla tua privacy. I lettori si interrogheranno circa la tua identità, visto che le mie missive, fino ad oggi, sono state indirizzate a personaggi noti. Ebbene, cara Ale, spieghiamo subito che non sei una vip, sei una mia coetanea, che vorrei assurgessi a simbolo di tutte le persone ammalate oncologiche che, oltre a lottare con le unghie e con i denti contro la patologia, compiono il sovrumano sforzo di provare a condurre una vita normale. Mi piacerebbe, cara Ale, che i lettori conoscessero il tuo coraggio e che chi si trova nella tua medesima situazione vi si riconoscesse; vorrei che il tuo positivo atteggiamento che traspare dalla foto che mi hai inviato lunedì mattina alle 8, corredata da questa didascalia “Sandra Mondaini pronta per il lavoro”, potesse essere di incoraggiamento e di speranza per tutti, sani e ammalati. Ritengo che avere lo spirito per alzarsi dal letto, prepararsi per andare al lavoro, acconciandosi con un variopinto foulard a celare gli effetti della chemioterapia, truccarsi come se si dovesse partecipare a una festa, corredarsi di un rossetto scarlatto, di un paio di vistosi orecchini e di un bel sorriso, siano elementi corroboranti alle terapie. Immagino che molte persone si comportino come te, cara Ale, che non stiano a piangersi addosso, a recriminare «Perché proprio a me?», a invidiare e a rimpiangere il mondo dei sani, ma siano riuscite a trovare, seppur tra più che comprensibili momenti di down, una nuova dimensione, nella quale la vita non si riduca ai day hospital oncologici, ma continui a essere composta di tanto altro: affetti, lavoro, hobby e positività. Ho voluto indirizzarti questa lettera anche per incoraggiare le persone che si trovano accanto a voi combattenti: sai che anche io ho avuto un ammalato vicino e quindi posso affermare che per un lottatore oncologico la cosa più importante sia essere guardato dagli altri con uno sguardo normale. Chi ogni giorno affronta la propria personale battaglia contro il cancro si rispecchia nelle reazioni di chi incontra e quindi, cara Ale, lo sforzo a voler condurre la vita di prima, anche se con qualche inevitabile modifica, obbliga tutti noi ad andare oltre la malattia, a non cambiare atteggiamento e a non farvi sconti o trattamenti privilegiati, che vi farebbero, giustamente, indignare. Il mio augurio per te, cara Ale, e per tutte le Sandre Mondaini e i tenenti Kojak che camminano a fianco a noi, è di fiorire rigogliosi, come i boccioli di quelle “azalee della ricerca” che hanno da pochi giorni colorato le nostre piazze.

silviamalaspina@libero.it

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