Tanto di cappello

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di Patrizia Ferrando

Vi piace indossare il cappello? A me moltissimo, e non solo alle cerimonie, ne sono fedele sostenitrice anche nella vita di ogni giorno. Fino agli anni Cinquanta e Sessanta un copricapo elegante era uno status symbol, le signore non uscivano senza, la moda ne prevedeva tipologie diverse secondo orari, occasioni e stagioni. Tra i ceti più modesti, erano diffusi copricapo distintivi di vari mestieri e ambienti. Oggi nessun accessorio non ha più un ruolo sociale o simbolico. Il cappello, proprio perché protagonista e voluttuario insieme, deve essere portato con disinvoltura e piacere, non come un corpo estraneo da gestire con imbarazzo e fatica. Con il cappello bisogna assolutamente “sentirsi” affascinanti. Se si pensa di essere goffe è meglio non metterlo, si rischia veramente di non valorizzarsi. Trovo strano come alcuni tocchi vengano vissuti come eccessivi o complicati, solo perché, forse, meno comuni: di recente mi ha stupito l’affermazione di una signora, abituata a indossare abiti maculati e comunque non particolarmente discreti. Sosteneva di non osare portare scarpe rosse proprio come molte si dicono intimidite dal cappello. Vero è che un cappello, inevitabilmente, attira qualche sguardo su chi l’indossa, pertanto chi non ama essere al centro dell’attenzione è meglio che non esageri con colori accesi, tese molto ampie o piume o altre decorazioni. Ogni forma deve scomparire la sera e le velette non s’indossano di mattina. Tutto va contenuto nella sobrietà in contesti eleganti, in spiaggia anche una paglia gigante mette allegria. Il cappello deve essere in armonia con l’abbigliamento, lo stile della persona, l’occasione e in generale non va scelto dello stesso colore dell’abito, perché “fa uniforme”… o imitazione della Regina Elisabetta. Molto meglio riprendere tonalità di scarpe, borsa o guarnizioni.

Quesito non secondario: come va portato il cappello? Deve ombreggiare il viso senza nasconderlo. Le modiste lo sanno meglio del bon ton: come lo mettono loro così deve stare! Una calotta troppo all’indietro rischia di farvi passare dall’effetto Ascot alla raccolta delle mele in Val di Non. La tendenza più moderna è che, qualunque sia il modello, lo si appoggia sulla sommità del capo, si calca bene sulla parte alta in modo da sentirlo calzato, poi si tira verso la fronte la parte centrale della tesa in modo da lasciar scoperto solo lo spazio di un centimetro sopra la linea delle sopracciglia. Provare per credere l’effetto che si ricava portando la tesa verso l’alto anche solo di poco e poi giù di nuovo verso gli occhi. Cappelli con tese molto ampie possono essere portati anche un po’ inclinati verso un lato.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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