Un preside maturo

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

Su un noto settimanale siamo incappate in un articolo intitolato “La mia maturità si chiama Edoardo”: incuriosite e ormai monotematiche in fatto di esami di Stato, abbiamo letto la vicenda di Sofia Baroni, studentessa dell’ultimo anno del Liceo Artistico “Nervi-Severini” di Ravenna, che il 10 ottobre 2022 è diventata mamma del piccolo Edoardo. Insieme alla gioia, Sofia “matura” però la decisione di abbandonare la scuola: troppo complicato gestire le poppate, le coliche e le cure che un neonato richiede in contemporanea con i ritmi scolastici; impossibile abbandonare il piccolo per 6 ore al giorno con la nonna. Il dirigente scolastico, Gianluca Dradi, telefona a Sofia e la incita: «Non è il momento di mollare!» All’interno dei locali del liceo viene individuata un’aula dismessa che, opportunamente ripulita e adattata, diventa la nursery per Edoardo. La soluzione è semplice: Sofia si tiene il bimbo accanto al banco quando è addormentato e si trasferisce con lui nella nursery per allattarlo, cambiarlo o quando è irrequieto e potrebbe disturbare le lezioni; i compagni di classe, a turno, svolgono invece le funzioni di baby sitter se Sofia è impegnata con verifiche o interrogazioni.

«Che bella storia! Questo preside è un mito! Pensa se Sofia avesse abbandonato la scuola: magari non avrebbe più avuto la forza di riprenderla e avrebbe perso l’opportunità di conseguire il diploma, pur avendo frequentato con buoni risultati. Anche i compagni sono stati bravissimi ad accudire il bimbo. Se fosse successo nella mia classe, devo ammettere che, a qualche mio compagno non avrei messo in braccio un neonato… forse, invece, poteva succedere il miracolo e si responsabilizzava!»

«Questo dirigente scolastico ha molto da insegnare non solo ai ragazzi, ma anche ai datori di lavoro che discriminano le neo mamme: pensa quanto stress risparmiato se nelle ditte, nelle scuole, negli ospedali le mamme potessero usufruire di un locale dove accudire i bimbi. Se tutto il sistema fosse così rivoluzionato, come è ad esempio in Nord Europa, sono certa che il tasso di natalità aumenterebbe in modo esponenziale e la produttività ne gioverebbe: una lavoratrice che sa di poter vedere il proprio figlio più volte al giorno nelle pause concordate, è una lavoratrice serena, non distolta dai pensieri assillanti delle cure neonatali o della primissima infanzia demandate ad altri e quindi svolge al meglio le proprie mansioni. Non è difficile da capire, ma pare essere difficilissimo da mettere in pratica.»

«E così anche Sofia ed Edoardo sono giunti al traguardo dell’esame di maturità: come me sono alla vigilia degli scritti e quindi a loro un particolare “in bocca al lupo”, ma l’esame più difficile è già stato superato. Al preside, invece, uno speciale “diploma di maturità” per la sua lungimiranza.»

silviamalaspina@libero.it

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