Beato Gil, martire orionino
Di Daniela Catalano
Il beato di questa settimana appartiene alla Famiglia orionina e ha un legame con la nostra Diocesi. Ricardo Gil Barcelòn, inserito con il compagno Antonio Arrué nella schiera dei 522 martiri della guerra civile spagnola beatificati il 13 ottobre 2013, è ricordato il 3 agosto e il 6 novembre. Nato in Spagna, a Manzanera di Teruel, vicino a Valencia, il 27 ottobre 1873 in una famiglia benestante, nel 1885 entra nel seminario diocesano. Nel 1889 Ricardo si iscrive alla scuola per diventare maestro ma non si diploma. Nel 1893, durante la Guerra Ispano-Americana, si arruola e parte per le Filippine dove, durante un’azione militare, si salva per miracolo. Compie gli studi teologici a Manila ed è ordinato sacerdote il 24 settembre 1904. Nel 1905 Gil Barcelòn torna in Spagna ed entra tra i Domenicani poi passa tra i Terziari Regolari Cappuccini, ma non è convinto della sua scelta. Il 6 aprile 1909 parte a piedi per un pellegrinaggio di penitenza a Roma. Il 3 febbraio 1910 il beato conosce casualmente don Luigi Orione e l’incontro gli cambia la vita. Il futuro santo comprende il desiderio di Dio di padre Ricardo e lo manda prima a Tortona, e poi, nel 1910 a Messina, devastata dal terremoto del 1908. In seguito Gil si trasferisce a Cassano Jonio come rettore del santuario della Madonna della Catena. Nel 1923, tornato per qualche tempo a Tortona, riparte per Roma come parroco del quartiere San Giovanni. Il 2 gennaio 1928 padre Ricardo è di nuovo inviato a Cassano Jonio ma, a maggio, è accusato ingiustamente dell’omicidio di una bambina. Arrestato, trascorre due mesi in carcere prima di essere assolto. Nel 1930, alla vigilia della sanguinosa Guerra Civile, d’accordo con il fondatore, padre Gil si reca in Spagna per introdurvi i Figli della Divina Provvidenza e dal 1931 risiede a Valencia. Il 1° agosto del 1936 i miliziani comunisti e anarchici irrompono nella sua casa e lo arrestano insieme al giovane postulante Antonio Arrué. I due sono condotti sulla spiaggia di El Saler e il 3 agosto padre Ricardo, mentre alza il crocifisso e grida «viva Cristo Re», è fucilato con un colpo alla nuca mentre Antonio è ucciso con il calcio del fucile.
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