L’insonnia è femmina

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di Silvia Malaspina

Oltre alla proverbiale curiosità, una delle peculiarità femminili è l’insonnia: per molte di noi il dolce dormire, abbandonandosi completamente tra le braccia di Morfeo, rimane un sogno. La conseguenza è l’innescarsi di un circolo vizioso: meno si dorme, meno si dormirebbe, perché più si è stanche e stressate, meno si riesce a prendere sonno. È assodato che le donne soffrano maggiormente rispetto agli uomini di disturbi del sonno: ciò sarebbe dovuto al perenne tormento delle varie fasi dell’attività ormonale che ci accompagna per tutta la nostra esistenza, con picchi di insonnia costante nella fascia d’età tra i 30 e i 60 anni. Recentemente è stato pubblicato uno studio della Loughborough University (Regno Unito) dal quale emerge una novità che nessuno di noi avrebbe mai sospettato: «il cervello della donna è diverso e più complesso di quello maschile: le capacità analitiche, intuitive, mnemoniche elevate e l’attitudine al multitasking influiscono anche sulla qualità del sonno. I disturbi del sonno femminile sono legati anche alle difficoltà affettive, allo stress lavorativo, all’ansia, alla sofferenza psicologica, problematiche che hanno un maggior impatto sul sonno delle donne rispetto a quello degli uomini, anche in età giovane»: la classica scoperta dell’acqua calda! Il problema mi interessa da vicino: la mia insonnia, strascico di tre anni di notti brave dopo la nascita della figliuola, consiste nel non riuscire a dormire per più di tre ore consecutive, termine dopo il quale scattano nevrotici sonnellini, con risveglio definitivo e inderogabile in un orario ancora compreso nel vigente coprifuoco. Ciò se da un lato permette di apprezzare, almeno in questo periodo dell’anno, l’indiscutibile fascino di “Aurora dalle dita di rosa”, dall’altro mette a disposizione spazi temporali inconsueti. Infatti, una volta dischiuse le palpebre, risulta vano indugiare fra molli piume nell’utopica speranza di poter riperdere conoscenza: si scatenerà solo una profonda invidia verso chi, al nostro fianco, assapora profondamente il sonno dei giusti. Pertanto, per evitare di cedere al turpe istinto di soffocare il coniuge con il cuscino, risulta opportuno dare inizio alla giornata. Le attività che si possono svolgere nelle ore antelucane sono molteplici, ma devono essere contrassegnate dalla silenziosità, al fine di non incorrere, oltre che nelle ire dei famigliari, anche in quelle dei condomini. Perfette le mansioni domestiche statiche, come stirare, oppure la preparazione anticipata dei pasti (a patto di non utilizzare elettrodomestici rumorosi); ci si può dedicare anche alla lettura o agli acquisti online e, anche se questo è ancora ben lontano dal sorgere, una serie di Asana con il “saluto al sole” rendono elastica la schiena e sciolgono le tensioni in vista del nuovo giorno.

silviamalaspina@libero.it

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