Sfoggiare i gioielli

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di PATRIZIA FERRANDO

A chi non piacciono i gioielli?

Amati da molti, se non da tutti, rappresentano il tocco luminoso per antonomasia, intrecciano significati simbolici, completano e valorizzano il nostro abbigliamento. Nutro, personalmente, anche una grande passione per la bigiotteria, quella creativa e smaccatamente falsa, che non tenta imitazione degli oggetti da oreficeria.

Ogni ornamento o vezzo, come si diceva una volta, ha comunque le sue regole d’uso, come sempre sintesi di buon senso e tradizione.

Quando si decide di indossare un gioiello è necessario porre attenzione che questo sia adeguato al contesto d’uso, all’età di chi lo indossa e al look all’interno del quale è inserito. Le norme non sono incise nella pietra o scritte col sangue, servono soprattutto a formare un canone di riferimento in caso di dubbi. Ci sono donne da cui emanano charme e allure, che possono reinventare ogni regola. Ad esempio, l’indimenticabile Carla Fracci sfoggiava, alle prime scaligere, abiti in maglia e cappe lavorate, sempre chiare, con copiose collane d’ambra o monili antichi in corallo, ed era elegantissima fuori da ogni decalogo: ma aveva personalità e stile a livelli più unici che rari.

In linea di massima è sempre valida la regola dell’eleganza che recita “less is more”, ovvero “meno è meglio”. Pochi gioielli scelti con cura faranno miglior figura di tanti monili indossati a casaccio.

I gioielli molto solenni e costosi vanno portati in tarda serata: secondo il galateo più stretto, diamanti, zaffiri, smeraldi e rubini, conosciuti come le pietre più preziose, non andrebbero indossate durante il giorno, ma unicamente dopo il tramonto. Alla luce del sole si porteranno bijoux fantasiosi, catenine o acquamarina, topazio, giada e ambra.

I diamanti non andrebbero indossati dalle giovanissime: un tempo si diceva non prima dei 40; fanno eccezione gli anelli di fidanzamento e le verette per il valore simbolico che possiedono.

Le perle? Sempre.

Vivamente sconsigliato indossare gioielli al mare, in piscina e nello svolgimento degli sport, altrettanto dicasi per i funerali, occasioni in cui l’ostentazione sarebbe assolutamente inappropriata.

Gli anelli dovrebbero essere un massimo di quattro e non occupare più di un dito per mano.

Considerati in prevalenza una cosa da donne, di qualche gioiello non è ovviamente precluso l’utilizzo agli uomini. Anch’essi non dovranno ostentare gioielli vistosi. Orologio, fede e gemelli sono i preferibili: lo chevalier, anello con stemma o sigillo, spesso infilato al mignolo, indica storicamente l’appartenenza a una casata nobiliare, a un ordine et similia, e il suo uso andrebbe riservato a chi ne ha i presupposti.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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